Icaro. La Cassazione annulla la condanna del boss di Tortorici, Sergio Antonino Carcione

Da rifare il processo d’appello per Carcione Sergio Antonino, il boss tortoriciano in carcere a seguito dell’inchiesta della Dda, Icaro, sui clan nebroidei. Lo ha deciso stamattina la Corte di cassazione, che si è pronunciata anche sulle condanne di secondo grado per Sebastiano Rampulla e Giuseppe Condipodero Marchetta. La Suprema corte ha annullato la condanna a 5 anni per Carcione e rinviato gli atti, non più a Messina bensì alla Corte d’appello di Catania. Confermata la condanna a 7 anni e 4 mesi per Rampulla ed a 10 anni per Condipodero Marchetta. Per il boss mistrettese, ritenuto il referente di Cosa nostra palermitana e catanese per l’intera provincia di Messina, la Cassazione ha rinviato gli atti a Catania per la sola contestazione dell’aggravante mafiosa. Infine, i difensori hanno chiesto l’esclusione dal processo delle associazioni antiracket, rappresentate dall’avvocato Franco Pizzuto. Richiesta che la Cassazione ha però rigettato. Gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Giuseppe Serafino, Carmelo Occhiuto, Giovambattista Freni e Nino Grippaldi.

I giudizi della Corte d’appello di Messina risalgono allo 23 giugno dello scorso anno, quando fu trattata l’ultima tranche del processo di secondo grado per i giudizi abbreviati dell’operazione antimafia -Icaro-. La Corte aveva ridotto le pene per tutti, ad esclusione di Rampulla. Tutti e tre gli esponenti mafiosi hanno subito un duro colpo all’entità dei loro patrimoni, inferto loro dal sostituto antimafia Ezio Arcadi. Il più recente è quello che riguarda il boss mistrettese, ristretto al carcere duro. Lo scorso 6 luglio la Dia e i carabinieri del Ros hanno posto i sigilli a immobili, terreni e aziende, e sequestrato conti correnti, per un valore di oltre 25 milioni di euro. Un sequestro record, il più ingente nella provincia di Messina, notificato ai familiari di “Zio Iano-, tra qi quali il fratello Pietro, uno dei partecipanti alla strage di Capaci. Sigilli anche ai beni di Sergio Antonino Carcione. “taragninu-, 39 anni, anche lui al 41 bis, al quale a Cuneo nel giugno del 2006 furono sequestrati beni per circa 500 mila euro.