Ed intanto i sindacati si mobilitano contro la scelta di trasferire la Scilla a Civitavecchia

“A nulla è valsa la disponibilità dimostrata dai lavoratori Rfi che hanno momentaneamente messo da parte le loro esigenze nell’interesse della collettività; l’azienda, infatti, opera l’ennesima provocazione decidendo d’imperio di trasferire la nave Scilla (nella foto) a Civitavecchia ed attua la conseguente variazione dell’organizzazione del lavoro senza la prevista trattativa sindacale-.

E’ quanto dichiarato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Orsa, Fast e Sasmant, che – in una nota indirizzata al prefetto Alecci ed al ministro dei trasporti, Bianchi – affermano altresì che “non si può consentire oltre quest’atteggiamento autarchico dell’azienda pubblica; privare lo Stretto di un’altra unità della già esigua e vetusta flotta di RFI, significa acclarare la politica del disimpegno e minare il precario equilibrio economico e sociale della comunità messinese.

L’evento non fa altro che stigmatizzare la proverbiale arroganza dirigenziale che oltre ad operare in aperta violazione delle Relazioni Industriali, sminuisce l’autorevolezza delle istituzioni che, responsabilmente, tentano ogni mediazione per lenire le sofferenze di una città già in agonia.

Una dirigenza che nell’ultima deprecabile gestione ha soltanto colpito i più deboli, compresso diritti, ignorato la sicurezza dei lavoratori e dell’utenza, omesso di ottemperare agli impegni presi con le istituzioni a tutti i livelli operando il fallimento scientifico di un servizio essenziale che era emblema di efficienza; dirigenti che mal gestiscono e mortificano la “risorsa Stretto-, devono abdicare al ruolo e passare il testimone a chi ha reale interesse nel rilancio.

La situazione descritta lascia facilmente intuire che, la rabbia e la disperazione dei lavoratori delusi nelle aspettative, potrebbe sfuggire al controllo delle organizzazioni sindacali e sfociare in spiacevoli risvolti.

Per questo motivo, si chiede di intervenire al più presto con atti risolutori-.