I marittimi chiedono scusa alla città: «Un gesto inevitabile contro un muro di gomma»

Una giornata lunga, quella di ieri. Per i marittimi precari, che nonostante il rinvio stabilito nei giorni precedenti, hanno deciso autonomamente di manifestare. E per i cittadini messinesi, che hanno sofferto consistenti disagi a causa di un blocco non previsto e che ha paralizzato un’intera città. Il “day after- è caratterizzato da un gesto poco usuale, in questi casi: i marittimi hanno infatti scritto una lettera, indirizzata a tutta la comunità messinese, chiedendo scusa per quanto successo, e spiegando i perché delle loro azioni.

«Le notizie fugaci e i resoconti giornalistici – si legge nella nota – potrebbero distorcere la realtà di una lotta che si fonda su basi lontane dalla violenza e dalla prevaricazione, il gesto di oggi (ieri, ndr) è stato inevitabile per scalfire il muro di gomma eretto contro il diritto costituzionale al lavoro. Sopravvivere con un salario garantito solo per 78 giorni all’anno non è semplice precariato ma una mortificazione esistenziale che mantiene le nostre famiglie nella soglia della povertà. ».

I precari denunciano soprattutto un disinteresse totale da parte delle istituzioni, locali e nazionali. «Eravamo abbandonati a noi stessi – scrivono – fatto salvo l’innegabile impegno del Prefetto Alecci, si è udito solo l’assordante silenzio delle poltrone che contano, dal Ministro Bianchi al Commissario della città non un minimo intervento sanzionatorio nei confronti di una dirigenza aziendale che sperpera il denaro pubblico senza garantire ai cittadini il diritto universale alla mobilità».

Dopo i tagli all’occupazione ed alla sicurezza, proprio all’indomani della tragedia del Segesta, la stabilizzazione sancita al ministero viene definito «lo zuccherino dopo il boccone amaro». «Non è credibile un Ministro che non ha l’autorevolezza d’imporre il rispetto degli accordi ad un manipolo di dirigenti strapagati con le nostre tasse; non è un grande biglietto di presentazione quello esibito oggi dal Commissario Sinatra, totalmente disinteressato al dramma di una città bloccata dalla disperazione dei lavoratori che non hanno altro modo per centrare l’attenzione sulle illegalità e le menzogne perpetrate ai loro danni».

«Non appena abbiamo realizzato che i disagi stavano raggiungendo livelli insostenibili – prosegue la lettera – il senso di responsabilità ci ha indotto a sospendere la protesta, ci scusiamo ancora con la comunità per l’intensità delle nostre rivendicazioni che comunque rappresentano totalmente la forza della disperazione». Ma la mobilitazione non si ferma qui: la prossima data cruciale sarà quella di martedì 13 novembre, quando si attende la risposta del ministro Bianchi all’interrogazione parlamentare di Mario Ricci. Dai contenuti di quella risposta verranno tratte le dovute conseguenze. I precari concludono ringraziando l’Or.S.A., la Cisl, il circolo Impastato e i ragazzi del C.S.O.A. Cartella, e invitano la «cittadinanza ad essere solidale con la protesta che parla di noi ma descrive il futuro di un’intera società».