Multa dell’Antitrust ad Rfi, la Cgil teme un eventuale disimpegno dell’azienda nell’area dello Stretto

I segretari generali della Cgil e della Filt (federazione italiana lavoratori trasporti) di Messina, Franco Spanò e Pino Foti, commentano in una nota congiunta, la multa che l’antitrust ha inflitto a Rfi evidenziandone le possibili conseguenze e in particolare lanciando l’allarme: -Questa multa e le sue motivazioni potrebbero fornire un pericoloso alibi a Rfi per proseguire nel disimpegno dall’Area dello Stretto-. E proseguono -Anche se legittima, pone seri problemi all’obbligo del vettore pubblico di garantire il collegamento territoriale tra Sicilia e il Continente-.

Spanò e Foti ricordano infatti che oggi RFI – seppure malamente e al contrario di quanto fanno i privati che perseguono solo il profitto – ha garantito nello Stretto sia i servizi remunerativi che quelli in perdita, in particolare il collegamento veloce.

-La presenza di RFI non limitata nell’ambito ferroviario ma estesa a tutti gli altri settori che consentono ai privati di produrre utili, ha consentito fino ad oggi che quei ricavi, anziché diventare profitto e finire nelle tasche di imprenditori privati, fossero reinvestiti per il mantenimento dei tre servizi di traghettamento in favore dell’utenza- spiegano Spanò e Foti-. Inoltre, la partecipazione di RFI nella società Terminal Tremestieri al pari delle altre società di traghettamento, oltre a rappresentare la sottile garanzia dell’azienda pubblica di voler rimanere nell’area dello Stretto, ha impedito sino ad oggi che quel posto fosse occupato da un altro armatore privato a cui avrebbe dovuto logicamente pagare i servizi-.

-La decisione dell’Antitrust, che riconosce la mancanza di dolo da parte dell’azienda ferroviaria, potrebbe quindi avere un effetto dirompente perché andrebbe ad avvalorare la strategia di RFI che non ha mai fatto mistero di volersi disimpegnare da quei servizi che non sono strettamente ferroviari. Se ciò dovesse mai accadere- concludono Spanò e Foti-, le ricadute sul piano dei servizi e su quello occupazionale sarebbero disastrose-.