Salvatore Lo Piccolo si occupava anche di affari messinesi. In particolare, di spartire o aggiustare appalti che vedevano coinvolte ditte della nostra provincia. Nella documentazione sequestrata al boss, arrestato lo scorso 5 novembre dopo 24 anni di latitanza, ci sono anche pizzini che recano precise indicazioni relative ad imprese locali, forse del barcellonese. Li ha trovati la Squadra mobile tra le cose del boss, considerato l’erede di Bernardo Provenzano.
La documentazione è al vaglio degli inquirenti palermitani, che ha comunicato la notizia ai colleghi messinesi. Il Procuratore capo, Luigi Croce, lo ha appreso direttamente dal Procuratore capo di Palermo, Franco Messineo, che ha preannunciato la trasmissione degli atti in riva allo Stretto.