Sgombero rom, al villaggio Santo in scena la rabbia dei residenti. In pessime condizioni l’ex-scuola adibita a centro di accoglienza

Sgombero rom, al villaggio Santo in scena la rabbia dei residenti. In pessime condizioni l’ex-scuola adibita a centro di accoglienza

Sgombero rom, al villaggio Santo in scena la rabbia dei residenti. In pessime condizioni l’ex-scuola adibita a centro di accoglienza

venerdì 01 Aprile 2011 - 22:43

In duecento, all’urlo di “vergogna”, hanno atteso l’arrivo delle famiglie rom che soggiorneranno nell'edificio del villaggio per una settimana. Ma la vera sorpresa è stata all’interno dell’ex-istituto “A.Manzoni”: sporcizia e disordine ovunque, cucina out, bagni in semi-disservizio. Segno evidente di un mancato precedente sopralluogo nello stabile ormai in disuso

La prima fase di trasferimento delle otto famiglie rom negli appartamenti di Villaggio Matteotti (Annunziata), è terminata come da programma intorno alle 10 di ieri mattina. Qualche problema, come già accennato, si è però verificato per lo spostamento provvisorio (solo una settimana) di altri 5 nuclei familiari, che hanno atteso fino a tardo pomeriggio di essere condotti nei locali dell’ex-scuola di Bordonaro “Istituto Comprensivo. A.Manzoni”. A differenza infatti di quanto avvenuto nelle palazzine individuate nella zona nord della città, nel villaggio del centr oltre duecento persone hanno atteso sin dall’ora di pranzo l’arrivo dei rom, considerati ospiti non desiderati. Necessarie dunque lunghe trattative intavolate dall’assessore Dario Caroniti, in costante contatto oltre che con il collega Isgrò anche con il sindaco Buzzanca, che sono proseguite anche all’arrivo delle famiglie dei nomadi , intorno alle 18.30. Un plauso agli amministratori, supportati dalla costante presenza delle forze dell’ordine, che nonostante la comprensibile stanchezza sono riusciti a mantenere fino all’ultimo i nervi saldi per stemperare gli animi dei residenti di Bordonaro. Atteggiamento quest’ultimo di cui purtroppo non tutti sono stati capaci, mostrando di essere “esperti” solo su carta, anzi su nomina.

Le famiglie e i furgoncini messi a disposizione dal Comune e dalla ditta Gentile, hanno prima fatto ingresso in uno spazio adiacente la scuola, accompagnati da urla di contestazioni al grido di “Vergogna, vergogna”. Le più agguerrite proprio le esponenti del gentil sesso (una ha persino tentato di colpir con un pugno in pieno volto l’assessore Isgrò) che non sono certo state intenerite dai volti provati dalla stanchezza delle mamme che tenevano in braccio bambini di pochi mesi o anni, desiderosi solo di andare finalmente a “nanna”.

Poi ad un tratto la situazione si sblocca, un cordone di polizia divide la folla degli abitanti dai rom che velocemente riescono a guadagnare l’ingresso della scuola. Il peggio sembra essere passato, si avvicina il momento della sistemazione, seppur temporanea, ma invece le sorprese (brutte), non sono finite. Perché di sorpresa si deve parlare, per tutti: persino per gli attoniti assessori Caroniti ed Isgrò, che non appena varcata la soglia dell’ex-istituto, da diverso tempo inagibile e per questo abbandonato, hanno trovano di fronte ai loro occhi una situazione di assoluto degrado: sporcizia in ogni angolo, stanze in disordine, mancanza di igiene, servizi igienici mal funzionanti, cucina fuori uso, ovunque un insopportabile tanfo di umidità. Non si è più in roulotte, non si è più in baracca, sulla testa c’è finalmente un tetto, ma la condizione appare comunque invivibile. Segno evidente che nessuno prima d’oggi, si sia premurato di fare un sopralluogo all’interno dell’istituto per verificarne lo stato e soprattutto le condizioni di “abitabilità”. Cresce comprensibilmente l’esasperazione tra i rom: c’è chi alza i toni, chi sbatte le porte, chi si dispera. «E’ una porcilaia» commenta colmo di rabbia Isgrò, che si mette subito in contatto con il sindaco per garantire brandine e pasti caldi, ognuno fa la propria parte per provare a rendere dignitoso almeno una delle spaziose ex-aule: con velocità vengono sposate banchi, sedie, lavagne. Il rumore del trascinamento sul pavimento penetra nella testa, così come penetrante si fa il pianto dei più piccoli, esausti ma pazienti. Si cerca di mettere una pezza per affrontare “alla buona”, ma il pensiero è già rivolto a questa mattina: servono interventi che rendano il più accogliente possibile uno spazio che, seppur per una sola settimana, deve essere degno di essere chiamato casa. In serata la situazione migliora: resta però l’amaro in bocca per un finale che sarebbe potuto essere diverso ma che certo non cancella quanto avvenuto nelle precedenti 24 ore. (Elena De Pasquale)

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