Comincerà il prossimo 13 marzo il processo sulle attività del laboratorio analisi Emmi di Emmi N. & C. Sas-, che ha sede nel cuore del centro storico di Taormina.
Oggi il Guidice per l’udienza preliminare, Luana Lino, ha rinviato a giudizio, al momento davanti al giudice monocratico di Taormina, le 9 persone coinvolte nell’indagine del pm Vito di Giorgio. Cioè il titolare Giuseppe Emmi, 55 anni; Maria Assunta (32 anni) e Nunzio (30) Emmi; le segretarie Aurora Carmela Roberta Cagnone (44) di San Gregorio di Catania, medico di base a Letojanni, e Antonella Marotta (38) di Castelmola; Angelo Bonaccorso (53) di Gaggi, infermerie nel reparto urologia del Sirina; Lina Magari (77) di Gaggi, zia dell’infermiere; i biologi e tecnici impiegati della Emmi Sas, Giuseppe Carpita (46) di Calatabiano, e Caterina Micalizio, 30 anni, di Castelmola. I reati, contestati a vario titolo sono truffa, esercizio abusivo della professione, falso, violazione delle normative ambientali e peculato.
A far scattare l’inchiesta è stata la denuncia dell’Ausl 5 di Messina che notò un’anomalia nelle richieste di rimborso avanzate dal laboratorio, superiore alla media. Secondo la magistratura, il laboratorio avrebbe effettuato prelievi, a volte in condizioni igieniche precarie, tra Taormina, i comuni limitrofi e Calatabiano, per gonfiare le richieste di rimborso.
Hanno assistito gli avvocati Antonio Strangi, Pietro Santoro, Rosario Scarcella, Nunzio Rosso.