Vertenza Messinambiente, per i sindacati non cambia nulla: proteste a oltranza. E i dipendenti continuano ad aumentare

Le garanzie del sindaco? Per i sindacati equivalgono ad una fumata grigia, tendente al nero. Dopo le dichiarazioni di Buzzanca, rese durante la seduta del consiglio comunale riunitosi per discutere sulla messa in liquidazione della Messinambiente (vedi articolo correlato), si è riunito il direttivo dei delegati della Fp Cgil e della Uil Trasporti, fianco a fianco in questa vertenza. «I delegati hanno espresso preoccupazione per quanto affermato dal sindaco Buzzanca – dichiarano Clara Crocè, segretario generale della Fp Cgil, Carmelo Pino, segretario provinciale del settore e Silvio Lasagni, segretario generale della Uil Trasporti – parole per nulla rassicuranti sul futuro occupazionale dei lavoratori e sulla garanzia di un servizio di qualità per i cittadini. Ringraziamo i consiglieri comunali, che si sono attivati affinché si discutesse delle sorti della società pubblica, ma siamo scettici in merito alla soluzione proposta dal sindaco. Il quale da bravo sciatore continua a mettere la sciolina sotto gli sci. Non dimentichiamo quanto è accaduto circa tre mesi fa nel momento in cui il consiglio comunale aveva assunto la decisione di non procedere alla pubblicazione del bando di gara. Il sindaco da un lato tende la mano ai consiglieri manifestando disponibilità a volere un confronto politico sulle sorti della società pubblica mentre dall’altro lato blinda e delegittima i Consiglieri ad attenersi alle decisioni dei revisori dei conti da lui stesso nominati, i quali hanno già deciso il requiem della società».

«Non ci vuole molto – continuano Crocè, Pino e Lasagni – per comprendere che per salvare la società occorre procedere da subito alla ricapitalizzazione, mentre il liquidatore Ruggeri deve occuparsi di redigere il bilancio dell’Ato3, così come disposto dalla Regione, e definire i debiti certi, ivi compresi i 30 milioni di euro da riconoscere alla società pubblica, richiedendo il finanziamento disposto dalla Regione per gli Ato in dissesto. La paventata liquidazione della Messinambiente ha un colpevole e tanti mandanti, uno di questi è sicuramente il commissario liquidatore dell’Ato3, che nel tempo ha ridotto le capacità economiche della società pubblica. Stigmatizziamo la spocchiosità manifestata dal sindaco – concludono Crocè, Pino e Lasagni – allorquando ha lanciato la sfida ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali pronunciando la frase “Non mi fermerà nessuno”. Quest’ultimo atteggiamento marca, ancora una volta, la distanza tra il primo cittadino i lavoratori e i cittadini. Dimostrando così la tendenza del sindaco, a ritenersi il padrone del vapore».

Ieri l’amministratore unico di Messinambiente Armando Di Maria aveva dato una serie di numeri rispetto al personale (in totale 468). Ma sono numeri costretti ad aumentare. Mercoledì scorso ecco l’ultima sentenza in ordine di tempo (la terza consecutiva) emessa dal presidente del Tribunale del Lavoro, Giuseppina D’Uva: altri ex precari di Messinambiente, assistiti dagli avvocati Salvatore Irrera, Stefania Gambadoro e Corrado Martelli, hanno vinto la causa contro la società per l’assunzione a tempo indeterminato, ai sensi della Legge 368/2001. «Si tratta – fa notare Libero Gioveni, consigliere della III Circoscrizione – dell’ennesima sentenza in favore di quei lavoratori che negli ultimi anni hanno prestato servizio per brevi periodi, ma che in virtù della normativa vigente in materia di lavoro stanno ottenendo il riconoscimento di un diritto sacrosanto: appunto, il lavoro. La società di via Dogali, però, a quanto pare intende sfidare anche i Tribunali perché di assumere i ricorrenti ancora non sembra ne voglia sapere. Infatti, tranne che in occasione della prima sentenza in favore dei primi 8 lavoratori precari che ha determinato l’11 gennaio 2010 la loro assunzione a tempo indeterminato da parte di Messinambiente (che in quell’occasione ha certamente “inghiottito” amaro), oggi la società si sta intestardendo nel tenere una rigida posizione che non può che condurla in un vicolo cieco. Altri 4 lavoratori, infatti, che avevano vinto la causa il 21 gennaio scorso, attendono ancora di essere assunti e così, di riflesso, anche questi altri che hanno gioito mercoledì scorso per il risultato raggiunto».

«E’ certamente notevole – osserva Gioveni – il danno economico che Messinambiente sta subendo ostinandosi a fare “orecchio da mercante” in questa vicenda, in quanto la decorrenza economica delle retribuzioni spettanti ai lavoratori da assumere (anzi, giuridicamente già assunti) ha la medesima data della sentenza, per cui la società è comunque obbligata a corrispondere gli stipendi arretrati a questi lavoratori nonostante questi non vengano volutamente impiegati nei vari servizi di igiene cittadina. Per questo la città sta subendo dei disservizi perché, appunto, la società sta decidendo arbitrariamente di lasciare a casa (ma con lo stipendio in tasca) delle preziose unità da adibire per esempio negli importanti servizi di raccolta Rsu o spazzamento del territorio che, specie nei villaggi, lasciano molto a desiderare». E altre sentenze potrebbero presto arrivare.