Politica

Cronache folli tra sputi di Bandecchi, post di Salvini e giustizia fai da te

7 GIORNI D’ORDINARIA FOLLIA – C’è l’imbarazzo della scelta. Per i 7 giorni d’ordinaria follia, gli spunti, ancora una volta, non mancano nella nostra amata e a volte detestata Italia. C’è Stefano Bandecchi (nella foto con il politico Ripepi in Calabria), sindaco di Terni e leader di Alternativa Popolare, che sputa in faccia a un cittadino. Il video è diventato virale: un po’ d’acqua in bocca e sputo immediato, ripetuto, a chi lo critica. Qualcuno penserà: un simile gesto avrà provocato chissà quale indignazione. Per il centrodestra italiano non è un problema: subito un accordo per la candidatura alla presidenza della Regione Umbria (fonte Ansa).

Nel frattempo, in tanti hanno espresso sui social parole di solidarietà per l’imprenditrice a Viareggio che, dopo essere stata scippata della borsa, ha investito con il Suv l’uomo che l’ha derubata, passando più volte sul corpo. Poi si è ripresa la borsetta, è risalita in macchina ed partita a tutta velocità (info Corriere della Sera). Anche se non si tratta di legittima difesa, non potevano mancare le parole ispirate ai principi supremi della civiltà giuridica e dello Stato di diritto del vicepresidente del Consiglio e ministro Matteo Salvini: “La morte di una persona è sempre una tragedia e la giustizia dovrà fare il proprio corso. Questo dramma, però, è la conseguenza di un crimine: se l’uomo che ha perso la vita non fosse stato un delinquente, non sarebbe finita così. Voi cosa ne pensate?”.

Cercasi Stato di diritto

No comment. L’interrogativo finale nasce probabilmente per strizzare l’occhio a tutti quelli che inneggiano alla giustizia fai da te. D’altronde, tra carceri alle borseggiatrici incinte, un sistema penitenziario che fa acqua da tutte le parti, ingiustizie sociali e tutele solo per gli italiani “doc”, che cosa volete che sia la morte di un uomo?

Dello Stato di diritto ci si ricorda solo se vengono calpestati i propri diritti. Altrimenti, viva il Far West, anche se è provato che la sicurezza non deriva dalla formula più carcere e più punizioni per tutti. Ma da un sistema equilibrato che preveda misure altenative alla detenzione, la giusta punizione e il sacrosanto recupero di chi ha sbagliato, con reinserimento nella società.

In questo contesto altamente condizionato dai social, passa persino in secondo piano la vicenda Boccia-Sangiuliano. Il problema è che l’ex ministro avrebbe dovuto tutelare le istituzioni, separando nettamente le questioni private dall’attività pubblica. Ma si sa, nella giù disastrata politica italiani, deludente a tutti i livelli e in modo trasversale, spicca l’assenza della classe dirigente del centrodestra. Ma meno male che Bandecchi c’è.