Dopo le multe per illecito amministrativo notificate a diversi attivisti del Teatro in Fiera Pinelli per il sit-in di protesta indetto il 14 febbraio contro le operazioni di sgombero, parte la campagna “25000 lettere al Prefetto”. Un’iniziativa di respiro nazionale per esprimere solidarietà agli occupanti che il 15 dicembre scorso hanno riaperto dopo diciassette anni il Teatro in Fiera. Ad inaugurarla un Professore di Frosinone, che scrive questo appello indirizzato al Prefetto Stefano Trotta:
“Mi chiamo Alessio Bergamo, sono docente di Storia dello spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Frosinone, nonché regista di teatro. Ho lavorato molto all’estero in particolare in Russia. In Italia ho circa una ventina di pubblicazioni scientifiche. Ho 49 anni e vivo a Roma. Ho amici a Messina, ci vengo spesso. Le scrivo per dirle che la politica di intimidazione che conducete sugli occupanti del teatro Pinelli è sbagliata. Il teatro non è un edificio. Pensare al “teatro” solo come ad uno spazio, ad una proprietà, ad una struttura edilizia è sbagliato. Il teatro è sempre un gruppo di persone. Quando non lo è diventa noioso, semplicemente un luogo dove andare a mostrare i vestiti. Ora, in una città che ha gravi problematiche, il fatto che un gruppo di giovani si sia mosso per far vivere un edificio abbandonato trasformandolo in un teatro è un colpo di fortuna che chi ha a cuore il bene della città, la sua vitalità mentale, la sua coesione civica, deve assolutamente tutelare. Insomma, signor Prefetto, incoraggi quell’occupazione, piuttosto di reprimerla. Chi la sta facendo fa del bene alla città. Pensi che i teatranti vivono di poco e niente e che spaventarli è facile (basta mettere multe da 10.000 euro e la battaglia è vinta), ma che farli esistere è estremamente più difficile. Pensi che tristezza una città senza gente che cerca di ragionare creativamente sulla sua esistenza, e ripensi la sua politica nei loro confronti.Con gli auguri di ogni bene. Alessio Bergamo”.
Dopo la solidarietà dichiarata subito dopo lo sgombero dai giurista Stefano Rodotà ed Ugo Mattei, e dopo la lettera di sostegno indirizzata da Andrea Camilleri nel corso dei due mesi di occupazione, i membri del Pinelli, incassano la solidarietà di diverse realtà accademiche, culturali e sociali messinesi e non. Intanto in linea con la nuova vocazione “itinerante” inaugurata lo stesso sabato successivo allo sgombero del giovedì, gli attivisti annunciano una nuova TeZTL (Zona temporanemanete Liberata). Se ancora resta segreto il luogo, è ufficiale la data: 8 marzo. “Un otto marzo liberato, vivo e itinerante”, così lo definisce il comunicato che lancia l’evento. Previsti due spettacoli. Uno pomeridiano rivolto ai bambini a cura della compagnia Ultimo Teatro, di seguito, verso sera, un reading sulla questione palestinese con testi di Vittorio Arigoni, del poeta Darwhis e di due registi di Pistoia, Elena Ferretti e Luca Privitera. Prevista anche una mostra fotografica “che esprime un percorso di rinascita emotiva e psicologica da parte di donne che hanno subito violenze, con interventi di Raffaella Spadaro e della dottoressa Mimma Luciano”. L’iniziativa, annunciano gli attivisti, si svolgerà anche questa volta in un luogo-simbolo della città abbandonato nell’indifferenza e nel degrado. Dopo la Galleria Monumentale Inps, la Galleria Vittorio Emanuele e la chiesetta sconsacrata di Via Peculio Frumentario – presso le scale mobili rimaste “immobili” – un altro luogo cittadino dimenticato diventerà presto il palcoscenico di una sera. (Eleonora Corace)