Sei incontri, sei lectio magistralis su temi di scottante attualità proposti e discussi attraverso la particolare lente di ingrandimento di noti giornalisti e scrittori. Teatro della rassegna, denominata “Pensieri comuni” cinque centri cittadini dei Nebrodi che ospiteranno gli appuntamenti in alcuni loro palazzi di grande pregio storico di cui sono orgogliosi custodi: cultura e idee coniugate con la valorizzazione del patrimonio artistico architettonico. La Rassegna, che vede il patrocino dei comuni ospitanti, è organizzata dalla docente Lucia Franchina in collaborazione con il sociologo Carlo Sapone, l’imprenditrice Francesca Pietropaolo ed il giornalista Sergio Granata. Ingresso libero agli eventi. Primo appuntamento al Teatro Alfieri di Naso, sabato 27 ottobre alle 18,30 con Giuseppina Paterniti, giornalista Rai, corrispondente da Bruxelles per il Tg3.
L’intervento dell’ex collaboratore di Blu Notte ed Anno Zero verterà sulla “Memoria che resiste”. Quarto appuntamento il 21 novembre a Palazzo Salleo di Sinagra con Costantino D’Orazio, storico dell’arte e saggista che, alle 18,30, si confronterà su “L’arte in sei emozioni”.
Ancora un incontro, il 30 novembre sempre alle 18,30 al Castello Gallego di Sant’Agata Militello, questa volta con il giornalista di La7 Tommaso Labate e la sua “Lezione sul conflitto generazionale”.
Si chiude a Ficarra, il prossimo 6 dicembre alle 18,30 negli splendidi saloni del palazzo baronale Milio con Sergio Rizzo, editorialista di Repubblica e autore di numerosi libri di successo. Rizzo dialogherà con il pubblico sulle prospettive dell’Unione Europea. Gli incontri, come opportunamente sottolineano i promotori della rassegna, richiameranno l’attenzione del pubblico su temi di grande attualità stimolandone anche un approccio critico sollecitato dalle riflessioni degli illustri ospiti. Non secondario appare l’obiettivo di riscoprire e valorizzare i prestigiosi ed eleganti palazzi signorili che faranno da cornice agli incontri in programma. I paesini dei Nebrodi, centri spesso dalla storia antichissima, possiedono infatti un interessante patrimonio architettonico, espressione ed eredità dei fasti che in epoche remote hanno caratterizzato il vissuto di queste comunità, non sempre oggetto delle attenzioni che invece certamente merita. Recuperare quindi e restituire alla fruizione questi edifici, farli rivivere ospitando eventi culturali significa difendere l’identità dei nostri luoghi, il loro futuro dalla minaccia di un spopolamento in atto che, se non fermato, soprattutto attraverso una nuova centralità della cultura locale, porterà inevitabilmente e drammaticamente alla desertificazione umana, prima ancora che economica, dei nostri territori.
Vittorio Lorenzo Tumeo