-Horcynus Festival- luogo di incontro tra mondo arabo e Occidente

Trovare la comune umanità nell’estetica e nella tecnologia. La sesta edizione dell’-Horcynus Festival-, in partenza il 20 luglio con il prologo retrospettiva sugli anni ’68/’78, cerca di promuovere, attraverso la riflessione sull’arte e il pensiero di due mondi che si guardano con sospetto, la conoscenza profonda. Come ha spiegato stamattina, nella conferenza stampa di presentazione, Gaetano Giunta, presidente della fondazione -Horcynus Orca-: «Vorremmo portare un contributo di idee ai processi che devono governare l’integrazione tra i Paesi del Mediterraneo. Perché non diventi una predazione nei confronti delle realtà più povere.»

Piena collaborazione con il Comune, come ha sottolineato l’assessore alla Cultura, nonché vicesindaco Giovanni Ardizzone: «Condividiamo le idee della fondazione e ci teniamo ad appoggiarle. Crediamo che si possa, e si debba, rilanciare Messina come centro della Sicilia, che è già al centro del Mediterraneo.»

Grande risalto è stato dato al successo di pubblico dell’edizione passata del festival. Un successo anche mediatico, visto che 100 milioni di arabi hanno seguito la manifestazione grazie alla copertura delle televisioni e della stampa proveniente dai paesi del Mediterraneo, e non solo. Anche per quest’anno si sono accreditate molte testate, tra cui 5 televisioni araboparlanti (spicca tra esse -Al Arabiya-, l’emittente più seguita nei paesi arabi), oltre a giornali e siti internet.

Un interesse dimostrato anche dalle istituzioni. La Lega araba ha inviato un messaggio di adesione alla manifestazione, sebbene impossibilitata ad intervenire fisicamente con qualche rappresentante. Saranno invece presenti al Festival, tra gli altri, il direttore dell’UNPD/ONU Paolo Lembo, il sottosegretario del Ministero degli Affari esteri Vincenzo Scotti, Oana Marinescu, direttore generale della Diplomazia pubblica, del Ministero degli Esteri rumeno, l’economista ed ex ministro iracheno Mahdi Al Hafedh.

Per quanto riguarda il cinema, il prologo, dal 20 al 23 luglio, è dedicato al decennio ’68/’78, che il direttore artistico del Festival, Franco Jannuzzi, ha chiamato -Anni selvaggi-. Le serate, ad ingresso gratuito, prevedono la proiezione di due film, con inizio alle 21,00. Saranno presentati film come -Partner- di Bernardo Bertolucci, proprio il 20, o -Professione: reporter- di Michelangelo Antonioni, il 22, o -Ciao maschio- di Marco Ferreri, il 23.

La sezione proseguirà lungo tutto la durata del Festival, alternandosi con l’altra sezione, -Mare di cinema arabo-, curata dal giornalista iracheno Erfan Rashid, suddivisa in tre filoni: -Il pianeta è donna-, -Carceri… carceri-, -Omaggio al cinema dei poveri-.Questa sezione ha raccolto alcune pellicole molto interessanti, per il contenuto artistico e sociale, come -Dunia-, di Jocelyn Saab, che tratta il tema della infibulazione, o -Amina-, di Khadija Salami, documentario sulla vicenda della donna yemenita, condannata a morte e poi liberata per intervento del presidente della Repubblica araba.

Accanto al cinema il Festival prevede una seria di eventi artistici di alto livello, a parte gli incontri con i registi, il premio -Horcynus Orca- a Roberto Herlitzka- (2 agosto), la presentazione del libro -Raggio 1970: storie e memorie di una rivolta-, di Fabio Cuzzola (26 luglio). Il 24 verrà inaugurata la porta modellata dall’artista originario di Messina , prima di una lunga serie, come ha auspicato Gianfranco Anastasio, membro della Commissione scientifica della Fondazione, visto che l’intenzione della Fondazione è di creare una collezione di porte e cancelli, aggiungendone una ogni anno. Contemporaneamente alla porta, verrà scoperta l’installazione, sempre di Isgrò, dedicata a Riccardo Casalaina, compositore morto appena trentenne nel terremoto del 1908.

Infine la musica, che è stata curata da Giacomo Farina, con i concerti, il 24 luglio di Gabin Dabire, musicista senegalese da vent’anni trapiantato in Italia, il 28 di Franca Masu, da Alghero, continuatrice della tradizione linguistica catalana, e il 31 di Antonio Calogero, chitarrista jazz messinese, che vive e lavora in America.

E poi tanti altri appuntamenti, che è possibile consultare nel programma scaricabile all’indirizzo www.horcynusorca.it.

L’ingresso alle proiezioni dal 20 al 23 è gratuito. Dal 24 al 3 agosto il costo del biglietto è di 4 euro. L’abbonamento a tutto il Festival costa 20 euro.

Nella foto, Gaetano Giunta, Franco Jannuzzi e Erfan Rashid