Horcynus Orca: i prossimi eventi

Il via ufficiale alla sesta edizione dell’-Horcynus Festival- verrà dato giorno 24 luglio alle ore 21,00 nella Torre degli Inglesi, con l’inaugurazione di una installazione creata dall’artista barcellonese Emilio Isgrò e dedicata al compositore Riccardo Casalaina, che perse la vita giovanissimo durante il terremoto di Messina del 1908.

L’installazione di Isgrò costituisce un tutt’uno con lo spazio che la ospita e si integra con la scultura-porta che l’artista ha realizzato appositamente per la Fondazione Horcynus Orca nell’ambito di un progetto importante il quale, a partire da questa edizione, prevede la costituzione di una speciale collezione di cancelli realizzati da grandi artisti contemporanei all’interno del Parco letterario. Emilio Isgrò, artista quotato in Italia e all’estero, che vanta esposizioni nei maggiori musei del mondo (da Londra a New York, a Venezia, ad Amsterdam), torna a lavorare nella sua terra con una emozione particolare. A cento anni dal terremoto che devastò la città dello Stretto, l’artista omaggia la figura del compositore Riccardo Casalaina e contestualmente celebra -attraverso questa porta che si apre sull’installazione quell’operosità inespressa che alberga in molti uomini e che non riesce più a venire alla luce a causa degli eventi economici e politici che ci coinvolgono-. -La porta segna un’apertura – spiega ancora Isgrò – è la porta delle possibilità umane, quella che ci consente di creare qualcosa per noi, per i nostri giovani, per questa terra, per il nostro Paese-.

Lo spazio, così come concepito da Isgrò per questa installazione, fa parte della struttura dell’opera, è -una specie di antro entro cui brulica la vita-: dieci pianoforti bianchi accompagnati da altrettante partiture di Casalaina vengono attraversati da teorie di formiche che, come note che fuoriescono dal pentagramma, invadono gli interstizi, i pianoforti stessi, il pavimento, i muri. -Queste formiche – conclude Isgrò – rappresentano la laboriosità dell’uomo e sono destinate a crescere e a celebrare la vita-.

Il primo dei tre appuntamenti musicali previsti per l’apertura del Festival è il concerto evento di Gabin Dabiré (nella foto), il 24 a partire dalle 23,00.

La sezione Musica Nomade, diretta da Giacomo Farina, ospita il percussionista, cantante e chitarrista di stirpe reale del Burkina Faso, che si è fatto apprezzare nel mondo attraverso i suoi concerti-spettacolo.

Dabiré ha realizzato per questa occasione una performance di voci, percussioni e lira africana, accompagnandosi con musicisti senegalesi. Formatosi in Danimarca e in Italia, nella seconda metà degli anni Settanta, Dabiré entra in contatto con la musica sperimentale europea e in un secondo momento con quella orientale. I suoi lavori si ispirano perlopiù a sonorità tradizionali pervase da movimenti armonici propri della musica contemporanea dell’Africa occidentale. Fra i lavori più importanti vanno menzionati -Kontomé-, -Afriki Djamana-, -Futuro antico I e II-, -Les Balafons de Haute Volta-, -Les musiques de Haute Volta-, -Afganistan-. Amato per la sua poliedricità, Dabiré si fa apprezzare sia per la voce che per la bravura nel passare dagli strumenti etnici alle percussioni e ai cordofoni.