Chiunque sia alla ricerca di un nuovo impiego è attanagliato da numerosi dubbi e interrogativi. Uno di questi riguarda il modello scelto per il curriculum: sarà abbastanza attraente per chi lo dovrà leggere? E soprattutto, sarà quello giusto? In effetti al giorno d’oggi esiste una grande varietà di template e di modelli di cv a cui si può fare riferimento, e non è detto che le opinioni che li riguardano siano sempre concordi e unanimi. Alcune aziende, per esempio, non intendono prescindere dal modello Europass, mentre in altri casi proprio questo formato viene escluso in maniera esplicita. Come fare per orientarsi, allora?
Quando si ha l’obiettivo di farsi assumere da un’azienda ci si deve impegnare per la creazione di un curriculum che sia il più possibile di impatto ed efficace: vuol dire che deve essere in grado di destare l’attenzione del recruiter nello spazio di pochi secondi. Qualora si sia reduci dal diploma o dalla laurea, è molto probabile che il cv sia composto da una pagina sola. Questo non è per forza un male, anzi: la sintesi viene sempre apprezzata, ovviamente a condizione che sia abbinata a un’esposizione ordinata.
Insomma, non serve a niente ricorrere a giri di parole o cercare in tutti i modi di ampliare le proprie esperienze e le proprie competenze: anzi, se si agisce così il rischio che si corre è quello di ottenere un risultato diverso da quello auspicato. D’altro canto, chi ha alle spalle una formazione molto lunga e ha già accumulato diverse esperienze di lavoro deve cercare di non superare le tre pagine di lunghezza. E chiaramente non bisogna pensare di fare i furbi, per esempio diminuendo le dimensioni del font così da riuscire a includere un maggior numero di informazioni. Per altro, la formattazione non è un aspetto da prendere alla leggera quando si compila un curriculum: per esempio gli spazi fra i paragrafi sono preziosi perché dividono il testo in blocchi e agevolano la leggibilità. Così, la fruizione del curriculum da parte del recruiter sarà più gradevole e fluida.
Scrivendo un curriculum, si deve sempre tenere conto di chi sarà chiamato a leggerlo: e ciò è vero anche quando si deve scegliere il font. È importante che il carattere sia di agevole lettura, mentre devono essere evitati i font complessi, magari in corsivo: sono davvero respingenti, soprattutto per chi ha poco tempo per leggere una mole infinita di cv. Calibri e Arial sono, insieme con Times New Roman, dei grandi classici: sobri e lineari, sono ideali per un cv. Non bisogna tentare di sorprendere, magari con effetti grafici spettacolari, nemmeno se ci si propone per un lavoro come grafico. Scelto il font, poi, occorre decidere le dimensioni: il consiglio è di non scendere mai sotto l’11, anche in questo caso per garantire una fruizione ottimale da parte del lettore. Solo le informazioni anagrafiche devono essere scritte in grassetto, o al massimo con un font di 13 o 14. Non di più, perché la sensazione che se ne potrebbe ricavare è quella di chi non sa come riempire il curriculum.
Il template per il curriculum vitae più tradizionale e conosciuto a livello europeo si chiama Europass, e ha il pregio di garantire una consultazione davvero semplice. Ben noto sia nelle scuole che ai datori di lavoro, può essere creato attraverso il sito Europa.eu, e prevede l’inserimento di informazioni relative alle proprie competenze, alle proprie esperienze di lavoro e al proprio percorso formativo e di istruzione. Una volta che il profilo Europass sarà stato completato, in pochi clic potranno essere creati diversi curriculum, decidendo quali informazioni indicare e quale formattazione scegliere.
In alternativa si potrebbe optare per il cosiddetto curriculum vitae europeo, che si caratterizza per la semplicità: è molto schematico, in effetti, ed è consigliato ai candidati alle prime armi. Va detto, comunque, che non sempre è adatto per descrivere qualunque percorso e qualunque profilo professionale nel modo più appropriato. Ecco perché con il passare del tempo la sua adozione è stata rimpiazzata dal ricorso al formato Europass. Infine, si può decidere di basarsi su modelli sui generis per redigere il cv: Word, il programma di scrittura di Office, mette a disposizione diversi template, ma lo stesso dicasi per vari programmi di grafica. Anche in questo caso è importante non eccedere con soluzioni grafiche troppo appariscenti.
Forse il formato Europass può essere considerato il più efficace, per via della sua semplicità. Inoltre, essendo standardizzato consente di individuare con facilità tutte le informazioni utili per la valutazione di un candidato. A prescindere dal formato per cui si decide di optare, però, quello che conta è che in un cv siano riportate tutte le informazioni anagrafiche più importanti, e che esso venga compilato in maniera ordinata e con la massima chiarezza. Non può mancare, inoltre, l’autorizzazione al trattamento dei dati personali secondo la normativa in vigore. Per quanto riguarda la sequenza con la quale devono essere riportate le informazioni, si tende a preferire l’ordine cronologico, e in particolare quello inverso: vuol dire che l’esperienza lavorativa più recente viene indicata per prima, e poi si va a ritroso.