E’ di due giorni fa la protesta di cinque dei sei lavoratori del Centro Universitario Sportivo che non ricevono stipendi da trentuno mesi e, in seguito alla quale, il rettore dell’università Francesco Tomasello ha richiesto un incontro con il commissario straordinario del Cus Sergio Cama per pensare a un piano di riprogrammazione del quadro finanziario.
Incontro che, tengono a precisare i commissari del Cus, “è stato una prosecuzione delle numerose riunioni, sin qui fatte dal momento del Commissariamento, al fine di analizzare le decisioni necessarie per risolvere la pesante situazione debitoria”.
Le risposte dei commissari Cama e Melai si riassumono in una sfilza di otto punti che servono a discolpare il lavoro da essi svolto dal 2010, addossando le responsabilità della situazione unicamente alla precedente amministrazione del centro sportivo.
Piovono le precisazioni da parte del Cus, ma è facile intuire che non basteranno di certo a quietare gli animi dei sei dipendenti che negli ultimi due anni e mezzo hanno lavorato senza percepire stipendio.
Dipendenti che “hanno ragione d’essere in conseguenza delle attività sportive da realizzare”, scrive il Cus, giustificando in questo modo i fondi utilizzati per l’organizzazione delle attività promozionali rivolte agli studenti universitari: “La pratica e la propaganda dello sport rappresentano il fine dell’associazione”.
“Tali spese hanno garantito la funzionalità degli impianti, la pratica dell’attività sportiva universitaria svolta anche nell’ambito della Cittadella dell’Annunziata”, proseguono i commissari del centro sportivo.
Potevano chiamarlo volontariato, a questo punto.
(Giusy Biguglio)