Politica

Da Messina si va via o ci si rifugia nel gioco d’azzardo

di Marco Olivieri

MESSINA – Che cosa ci dicono le classifiche? Che cosa rivelano di Messina e la sua provincia i vari dati che vengono pubblicati? La fotografia, seppure soggetta a mutamenti, di una realtà in affanno da decenni. In un contesto denso di problemi strutturali, “sudamericano” per la distanza tra pochi ricchi e vecchie e nuove povertà, e la passione malata per il gioco d’azzardo, continua la fuga da Messina.

Continua la fuga da Messina

Gli abitanti a Messina, in base all’aggiornamento Istat, nel marzo 2024 risultano 217.567 abitanti. Al 31 dicembre 2022, la popolazione calcolata era pari a 224.007 abitanti. In più di dieci anni, Messina ha perso 25mila persone e il 2024 conferma che la tendenza continua. Numeri da record, in uno svuotamento che investe tutto il territorio metropolitano, con un altissimo tasso di disoccupazione giovanile.

Dimunuiscono i residenti in Sicilia e in misura maggiore nella provincia di Messina. 3.049 in meno. Sempre nel Messinese si registra l’età media più alta (46,7). E in Sicilia, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 36.810 (-425 rispetto al 2021). Messina ed Enna risultano le province più anziane (46,7 e 46,5 anni).

Lo abbiamo scritto più volte: solo un piano straordinario nel campo dell’occupazione, delle politiche economiche e sociali, e con un serio investimento in servizi e infrastrutture, può salvare Messina, la Sicilia e il sud.

Il divario tra nord e sud e a Messina si gioca d’azzardo forse per “dimenticare”

In primis, tutte le classifiche fanno emergere il divario sempre più allarmante, ma non è una novità, tra città e province del nord e del sud d’Italia. Uno dei pochi aspetti positivi è che a Messina si vive meglio, secondo il 43% degli intervistati, rispetto a cinque anni fa. Un dato in controtendenza, frutto dell’indagine della Commissione europea e dell’Istat dal titolo Quality of life in European cities. Sempre nella stessa ricerca, però, emerge la scarsa fiducia nelle amministrazioni pubbliche, la preoccupazione per la sanità e l’inquinamento acustico, che ci vedono tra i primi non in senso positivo.

In generale, il quadro sociale ed economico rimane allarmante. Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon, secondo quanto certificano per il 2023 l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, “confermano la Sicilia ai primi posti in Italia per gioco d’azzardo e la Città metropolitana di Messina prima nella classifica siciliana per spesa pro capite”. A ricordarlo è pure il gruppo “Mettiamoci in gioco”.

Nel territorio messinese la spesa pro capite per l’azzardo è di 3.245 euro; seconda si classifica l’area di Palermo con 3.244 euro, mentre quella di Siracusa è terza con 3.203 euro. “Per quanto riguarda le giocate pro capite nei singoli Comuni oltre i 10.000 residenti, emerge che la media annuale giocata a Patti è di 5.144 euro, superata dai 5.183 di euro di Ficarazzi”, ricordano sempre i volontari di “Mettiamoci in gioco”.

In sotanza, in una realtà provinciale nella quale le imprese chiudono e il costo della vita aumenta, ci si rifugia nel gioco d’azzardo. Un elemento psicologico che non può non creare allarme.

Se a Messina o si affronta la questione sociale o si muore, solo un’alleanza virtuosa tra Comune, governi nazionali regionali ed europei, Università, imprenditoria e sindacati può concorrere a risollevare, nel tempo ma partendo dall’oggi, la situazione. La progettazione europea è una delle chiavi per cambiare in meglio la città e il territorio provinciale. Di questo bisogna essere sempre più consapevoli.

La provincia di Messina non è una terra per anziani e bambini

L’altro tema centrale, e le classifiche sono impietose nei confronti del territorio metropolitano, è quello dei servizi. Il Sole 24 Ore ha pubblicato la classifica della qualità della vita per fasce d’età: la nostra provincia non è una terra per bambini e anziani, per non parlare del disagio giovanile. E rischia di diventare ogni giorno di più una terra desolata.

Che fare? Rassegnarsi mai

Che fare, dunque? Questo giornale da tempo riflette sulle soluzioni da adottare e sull’importanza che la questione meridionale ritorni al centro della scena politica. Continueremo a farlo, convinti che la rassegnazione e il “tirare a campare” siano i peggiori nemici di una Messina che, nonostante tutto, ha delle potenzialità su cui bisogna puntare. Ora e in prospettiva.