Salute

Dal Cancer forum il ponte tra ricerca e cura in oncologia

L’attivazione di reti oncologiche su tutto il territorio, l’accesso alle più recenti innovazioni terapeutiche, il dialogo multiprofessionale aggiornato, la creazione di una modalità di ascolto continuo della voce dei pazienti e delle famiglie, la riabilitazione e l’attenzione alla sfera della sessualità durante e dopo le terapie e gli interventi di psico-oncologia.

Sono questi i temi centrali venuti fuori dal Cracking Cancer Forum 2023 appena concluso a Palermo che vede tra i coordinati scientifici il messinese Vincenzo Adamo, professore di Oncologia medica a Umine e coordinatore ReOS, la rete oncologica siciliana. Giunto alla quinta edizione, ha permesso il “…confrontato in maniera originale sui temi della malattia oncologica”, sottolinea Gianni Amunni, coordinatore scientifico accanto ad Adamo.

L’innovazione nella ricerca diventa cura

“La parola chiave del Cracking Cancer è ‘Insieme’ – spiega Ammunni – il fermento della ricerca ha bisogno di ricadute in termini di organizzazione e percorsi di cura. Deve essere perciò inserito nei binari della rete oncologica”. In oltre cinquanta sessioni, corsi e tavoli di lavoro sono stati affrontate le sfide oggi più avanzate: l’oncologia territoriale e quella mutazionale, le opportunità che il PNRR può sviluppare ed i temi della comunicazione.

“Anche a Palermo abbiamo contribuito a sgretolare la malattia, che è poi l’obiettivo del Cracking Cancer”, ha concluso Amunni, “E l’abbiamo fatto in primis in un confronto serrato con i pazienti e con le loro rappresentanze, perché solo basandoci sul loro vissuto potremo dare risposte utili nella quotidianità di chi vive con una diagnosi di cancro”.

Comprendere il vissuto dei pazienti

Proprio il “vissuto dei pazienti” è stato grande protagonista del Forum. Al Cracking Cancer sono stati infatti presentati i risultati di due questionari che sono stati sottoposti negli ultimi due mesi ad Associazioni di Pazienti (75 realtà nazionali) e a malati del territorio siciliano (314 persone). I risultati sono indicativi di molte attese e problematiche. Dal questionario dedicato ai pazienti è emerso l’impatto della diagnosi di tumore sulla vita quotidiana, che ha modificato pesantemente la sfera della sessualità (16% delle risposte), l’equilibrio psicologico (14%), i progetti sul futuro (13%), l’aspetto fisico (13%), i rapporti personali ed il lavoro (entrambi 11%). Interessante poi notare la “reazione alla malattia”: il 23% ha reagito dedicandosi ad attività culturali, il 21% incontrando altri malati e coinvolgendosi in associazioni di pazienti, mentre il 19% ha trovato una strada dedicandosi ad attività religiose o (il 17%) ad attività sportive.

L’importanza della rete oncologica

Nel questionario delle Associazioni il 98% dei rispondenti ha sottolineato che il modello di Rete Oncologica dovrebbe essere presente in tutte le regioni perché rappresenta “una istituzione che coordina e regolamenta le attività in campo oncologico regionale garantendo appropriatezza delle cure, equità d’accesso e fruizione estesa dei servizi”. Le Associazioni hanno poi rilevato che per un miglioramento dell’offerta oncologica, le Regioni dovrebbero assicurare una migliore integrazione ospedale-territorio, riducendo i tempi d’attesa di esami clinici, garantendo una migliore presa in carico post-ricovero ed un più vasta gestione degli screening. “Sono dati che ci indicano una strada da percorrere”, ha commentato Vincenzo Adamo – e confermano quanto le Reti, nello specifico la Rete Oncologica Siciliana, siano centrali nello sviluppo di risposte omogenee sui territori”.