Promuovere gli investimenti, migliorare la capacità amministrativa. E’ l’obiettivo della prima conferenza programmatica delle sette città metropolitane del Mezzogiorno (Messina, Catania, Palermo, Reggio Calabria, Bari, Napoli e Cagliari), da rilanciare, seguendo vincoli e opportunità, nel contesto socio-economico dopo la crisi.
Neppure il tempo di chiudere il G7 che la città metropolitana di Messina torna protagonista, stavolta nel capoluogo, come centro di un territorio che ha un ruolo fondamentale nelle strategie di sviluppo del Paese. Dopo Messina, le prossime riunioni dovrebbero svolgersi nelle altre città metropolitane, con l’obiettivo di offrire un programma di sviluppo in assemblea Anci e aprire un confronto sul tema col Governo, per colmare il gap con la parte centro-nord del Paese.
L'incontro, moderato da Nicola Saldutti, giornalista del Corriere della Sera, è stato aperto dal presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ha snocciolato una serie di numeri per evidenziare il gap col resto del Paese, a partire dall’alta velocità ferroviaria sino alle infrastrutture e agli insediamenti industriali, e ha chiesto al Governo di intervenire per annullare le disparità.
Poi il padrone di casa, il sindaco Renato Accorinti, che ha ideato l’incontro. “Non vogliamo lamentarci – ha detto – ma avanzare proposte. Sono rattristato perché il sud ha enormi potenzialità ma siamo seduti sull’orlo, costretti sempre a chiedere l’elemosina al Governo. In passato si è sbagliato molto, ora il vento sta cambiando. Col Masterplan il Governo non elargisce soldi che poi vanno persi ma solo a progetti esecutivi e poi a stati di avanzamento”.
A questo punto il sindaco è stato interrotto da alcuni capigruppo consiliari, in particolare dal consigliere Trischitta, che ha ironicamente rivolto i complimenti al sindaco di Catania, Enzo Bianco, per aver fatto gli onori di casa al G7 con le first lady, al contrario di Accorinti, che non ha avanzato proposte. Momenti di tensione prima del ritorno alla calma (VEDI QUI).
“A sud di Salerno – ha ripreso Accorinti – le ferrovie funzionano poco e male. In Sicilia, addirittura, il 30 % è a gasolio e, per arrivare da Messina a Palermo, fa prima Nibali in bicicletta. Questi tempi sono un freno all’economia, al turismo, allo sviluppo. L’aeroporto di Catania è uno dei primi italiani e serve sette province siciliane ma non è servito dalla ferrovia, nonostante sia a pochissima distanza. Faremo una programmazione e, quando la piattaforma sarà completa, ci confronteremo col Governo. Serviranno molti anni ma bisogna iniziare. Nel 1989 la Germania Est era un territorio devastato. In vent’anni hanno creato un unico Paese forte”.
Al tavolo dei relatori anche i sindaci di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, di Catania, Enzo Bianco, di Cosenza (in qualità di delegato Anci all'urbanistica e ai lavori pubblici), Mario Occhiuto, la segretaria generale dell'Anci, Veronica Nicotra, la coordinatrice nazionale Anci al Comitato delle Regioni, Micaela Fanelli, il direttore mercato e coordinamento operativo della Banca del Mezzogiorno, Mario Torrisi, e il presidente di Confindustria Digitale, Elio Catania. Assenti, invece, i sindaci di Napoli, Palermo e Cagliari.
(Marco Ipsale)