Dentro il Palazzo si parla e si cerca di capire, fuori i rifiuti si continuano ad accumulare e da sud a nord della città le strade messinesi regalano spettacoli impietosi di sporcizia e spazzatura. Sono le due facce della medaglia della questione rifiuti. A Palazzo Zanca amministrazione e consiglio comunale sono alle prese con una serie di provvedimenti che puntano a ridisegnare il modello di gestione dei servizi pubblici, sia quello idrico che quello di igiene ambientale. I cittadini però soffrono un’emergenza che si è presentata puntuale con l’arrivo dell’estate, come purtroppo spesso anche in passato è accaduto. Scindere le questioni è impensabile, Messinambiente sta vivendo una delle sue fasi forse più delicate perché oltre le intenzioni messe sulla carta non c’è ancora nessun passaggio concreto e davanti ci sono solo tre mesi di vita che non consentono più di operare a pieno regime. Lo scorso venerdì il liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci aveva assicurato che tra la fine della settimana e questa appena iniziata la situazione sarebbe lentamente tornata alla normalità, ma sono purtroppo ancora tante le diapositive di una città che annaspa in mezzo alla sua immondizia. Dai villaggi al centro città ogni cassonetto è circondato da cataste di sacchetti che si sono accumulati nei giorni scorsi a causa dei rallentamenti subìti dalla raccolta prima per un ritardo nei pagamenti alla Oikos che per una mattinata tenne chiusi i cancelli della discarica di Motta, poi per quel rinnovo dell’autorizzazione regionale per scaricare nel sito della provincia di Catania che è arrivato in extremis e che ha causato un’altra mezza giornata di raccolta praticamente ferma perché i mezzi non potevano andare a scaricare. In mezzo ci sono i mezzi che si continuano a guastare e l’impossibilità di seri interventi di manutenzione, vista la vita brevissima che ormai sembra avere Messinambiente. Un mix di motivazioni che però alla fine lasciano la città sporca e pochissime certezze su quando realmente si potrà dire di essere fuori da quella che si sta profilando a tutti gli effetti come un’emergenza rifiuti.
L’assessore Daniele Ialacqua e il sindaco Renato Accorinti hanno già convocato per oggi il liquidatore Alessio Ciacci per fare nuovamente il punto della situazione e garantisce che Messinambiente dovrebbe riuscire a rientrare dall’emergenza in pochi giorni. “Dopo dieci mesi senza emergenze, natale compreso, arrivano le classiche difficoltà estive con i rallentamenti della raccolta causati dai problemi con la discarica, mezzi guasti e conferimenti di suppellettili e materiale vario fuori dai cassonetti, soprattutto sulla statale 113” dice Ialacqua che continua a confermare e ribadire che l’unica soluzione per chiudere anche questo capitolo, sperando di non riaprirlo più, è la nuova Amam a cui dovranno andare anche i rifiuti.
Intanto ieri la commissione Bilancio presieduta dal consigliere Dr Carlo Abbate ha dato il via al confronto sui provvedimenti che l’amministrazione Accorinti ha esitato per chiudere i conti con Messinambiente e Ato3 e trasferire la gestione rifiuti all’Amam. Doveva esserci il vicesindaco Guido Signorino che però essendo fuori città per motivi istituzionali ha lasciato il testimone al collega Sergio De Cola e al dirigente delle partecipate Riccardo Pagano che per diverse ore hanno risposto alla sfilza di quesiti posti dai consiglieri. Un lungo e articolato dibattito, oltre trenta gli interventi in aula, tanti i dubbi da dipanare e i nodi da sciogliere. Dalla questione societaria agli aspetti finanziari dell’operazione, la commissione di ieri ha iniziato ad affrontare la delibera sul “controllo analogo dell’Amam” e la modifica dello statuto che consentirà di affidare alla società anche i servizi di igiene ambientale (VEDI QUI). Il tutto sotto la formula dell’in house providing che l’amministrazione ha scelto come nuovo sistema di gestione dei servizi pubblici essenziali per eccellenza, l’acqua e i rifiuti. Vantaggi e benefici sono stati già illustrati dal vicesindaco Signorino in una lettera (VEDI QUI), i consiglieri però chiedono di avere il tempo necessario per affrontare tutte le questioni con la giusta serenità che serve per fare delle analisi ponderate e valutare con attenzione la mole di atti su cui è chiamata ad esprimersi.
“Ci troviamo di fronte ad una grande trasformazione che avrà importanti ripercussioni sul futuro della città e non si limita solo all’esperienza di questa amministrazione. Si tratta di rivedere totalmente l’organizzazione di servizi fondamentali per i cittadini e dunque il lavoro della commissione sarà mirato a mettere tutti i consiglieri nella condizione di poter lavorare serenamente pur nella consapevolezza che i tempi sono stretti” ha commentato il presidente della commissione Carlo Abbate.
I tempi infatti sono stretti, anzi strettissimi, soprattutto se tutta la questione viene vista dagli occhi dei lavoratori Ato3 che ormai contano i giorni che li separano dallo stop definitivo del sistema Ato. La Regione ha dato tempo solo fino al 14 luglio, poi sarà tutta responsabilità dei Comuni, considerato che la loro collocazione naturale dovevano essere le Srr ancora in alto mare. Anche ieri mattina un gruppo di dipendenti Ato3 erano a Palazzo Zanca e sarà così ogni giorno perché temono che non si arrivi ad alcuna soluzione e loro potrebbero essere tagliati fuori. Una volta licenziati non avrebbero più i requisiti necessari per beneficiare della mobilità interna per transitare all’Amam. E questa è un’ipotesi che vogliono scongiurare a tutti i costi.
In commissione si tornerà a discutere giovedì durante una nuova seduta straordinaria convocata dal presidente Abbate.
Francesca Stornante