MESSINA – “L’acqua e il ponte: mancano le risposte”. La società Stretto di Messina risponde alla nota di “Invece del ponte”: “I tempi di progettazione, approvazione e realizzazione delle opere previste per l’approvvigionamento idrico dei cantieri del ponte sullo Stretto di Messina sono assolutamente coerenti con le fasi realizzative e non determinano alcun allungamento dei tempi. In particolare, si sottolinea che tra le diverse ipotesi analizzate, in un’ottica di ridondanza e anche al fine di seguire l’evoluzione temporale del cantiere, è stata individuata come soluzione ottimale la realizzazione di nuovi campi pozzi”.
E ancora: “Si evidenzia che i quantitativi degli approvvigionamenti sono superiori ai fabbisogni dei cantieri e ciò consentirà l’immissione in rete di un surplus già durante l’esecuzione dell’opera, lasciando a disposizione delle amministrazioni comunali tale fabbisogno aggiuntivo”.
Per “Invece del ponte”, “l’acqua necessaria per i cantieri sponda Sicilia sarebbe pari ad almeno il 10% dell’intera fornitura con cui oggi vive/sopravvive la città di Messina. Un dato eclatante. Per recuperarla, la società Stretto di Messina immagina di realizzare un campo pozzi a 30-40 Km a sud della città, con chilometri di condutture per rifornire i cantieri. E immagina anche, eventualmente, la realizzazione di dissalatori nella zona di Torre Faro o nella zona Falcata o a Paradiso”. Ipotesi contestate dal comitato no ponte: “Soluzioni insensate”.
Nella foto Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina, a Palazzo Zanca nel marzo 2024.