Un nuovo rinvio. Per Messinambiente e i suoi creditori tutto rinviato al prossimo 19 settembre. Ci saranno altri tre mesi di tempo dunque per l’appuntamento più importante per la società e per il piano concordatario depositato in Tribunale per evitare il fallimento. Da questa assemblea passa infatti l’omologazione del concordato che è tutta nelle mani dei creditori: se accetteranno la proposta confezionata dai legali di Messinambiente e dall’ormai ex amministrazione Accorinti la procedura potrà andare avanti con i 30 milioni che il Comune si è impegnato a garantire per chiudere i debiti soprattutto con Agenzia delle Entrate e Inps. Se così non sarà, il quadro sarà totalmente diverso e potrebbe arrivare quel fallimento che società e vecchia amministrazione hanno provato a scongiurare con le unghie e con i denti per evitare di aprire una voragine che supera i 100 milioni di euro.
A presentare oggi al giudice Giuseppe Minutoli una richiesta di rinvio è stato il legale di Messinambiente Marcello Parrinello. Un’istanza figlia di alcune integrazioni che gli avvocati della società vogliono portare davanti al giudice, ma anche della necessità di avere un confronto con la nuova amministrazione De Luca sulla procedura che riguarda una delle più grandi partecipate comunali e che impegna bilanci e azioni per i prossimi anni.
Un primo contatto l’avvocato Parrinello l’ha già avuto in questi giorni con l’amministrazione comunale, ma servirà un confronto più approfondito soprattutto per valutare e definire il prosieguo della procedura concorsuale anche alla luce delle azioni amministrative e politiche che il sindaco Cateno De Luca intende mettere in moto sul fronte delle partecipate. Al momento c’è una delibera che è un atto di indirizzo (VEDI QUI) ma che racchiude le intenzioni su MessinaServizi e Messinambiente. C’è la volontà di mettere in liquidazione MessinaServizi per affidare la gestione del servizio rifiuti ad un privato, ma al contempo c’è la necessità di preservare un concordato che ha come pilastro proprio quella MessinaServizi che in continuità indiretta ha dato la possibilità di costruire la proposta di 30 milioni di euro per sanare un debito che supera i 100 milioni. Senza MessinaServizi crollerebbe il piano (VEDI QUI). Quindi i tre mesi di rinvio serviranno anche per individuare al di là delle intenzioni, dei programmi elettorali o degli annunci, quale può realmente essere la strada migliore per le sorti del servizio rifiuti e per le casse comunali che altrimenti si troverebbero a dover fare i conti con un fallimento da più di 100 milioni di euro.
Per il liquidatore di Messinambiente Giovanni Calabrò il responso arrivato oggi dal Tribunale con il rinvio può solo essere positivo perché mette società e Comune nelle condizioni di poter lavorare per trovare la soluzione più consona per una procedura in ballano decine di milioni di euro e che è frutto di un lavoro che va avanti di oltre due anni. Per Calabrò i margini per poter fare bene ci sono. Adesso bisognerà capire quali saranno le reali volontà e intenzioni politiche e amministrative
Francesca Stornante