MESSINA – Dalle baracche vendute alla necessità di completare il risanamento. C’è chi, tra ex o attuali baraccati, lo confesssa candidamente: “Vent’anni fa ho comprato la baracca circa 4 milioni. C’era la lira”. Un mercato illegale nel quale le necessità di tante persone sono state calpestate e c’è chi ne ha approfittato. La baracca a Messina è simbolo di una città che andrebbe studiata per il degrado sociale, economico, politico nel quale è affondata dagli anni Sessanta in poi. Ora la strada è obbligata: bisogna completare il risanamento. Se la scelta di nominare il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, quale commissario straordinario per il risanamento delle baraccopoli di Messina, ha creato tensioni con il sindaco Federico Basile, ora è tempo di compiere un passo in avanti. Risulta determinante che le istituzioni firmino una duratura pace politica nel nome degli interessi superiori della collettività.
Come giornale, in questi anni abbiamo raccontato una geografia delle macerie e delle ruspe. Delle zone da abbattere e da ricostruire in una nuova ottica. In questo quadro, diventa centrale il “che fare“. La progettazione e la costruzione di nuovi ambienti dove il verde e l’abitare si sposino in una nuova idea di sviluppo. Lontana anni luce dal “sacco” di Messina e dagli scempi edilizi. È su questo che si gioca l’avvenire della città e la possibilità stessa di costruire un futuro diverso.
Con il presidente Schifani commissario, l’ex presidente di Arisme Marcello Scurria, che in questi anni ha lavorato in sinergia con l’ex sindaco De Luca ma anche con l’atttuale sottosegretaria Matilde Siracusano, potrebbe essere nominato sub-commissario. Ma l’azione di risanamento deve completarsi chiunque sia il soggetto attuatore. E, con una delibera del 27 dicembre, la Giunta Basile ha deciso la partecipazione al bando Qualità dell’abitare per l’acquisto di immobili, in modo da reperire alloggi. Il tutto all’interno del progetto Pinqua, proprio nel segno della qualità dell’abitare.
Di recente, sottolineava il neo presidente dell’Agenzia comunale per il risanamento e la riqualificazione Vincenzo La Cava: “Dopo aver consegnato gli alloggi agli abitanti di via Catanoso, si passerà a via Rosso da Messina e probabilmente ad altre zone che richiedono uno sforzo maggiore, come via Taormina. Stiamo lavorando, come ufficio, in sinergia con la prefetta (commissaria fino al 31 dicembre 2022, n.d.r.) e il sindaco, per valutare quanti nuclei familiari vanno sistemati nelle abitazioni a disposizione: circa un migliaio di persone”.
Messina è a un bivio. Non solo in tema di risanamento. Sono tanti i progetti e le opere che dovrebbero partire o completarsi. E la città non può più perdere altri treni e opportunità.