Oltre al danno la beffa. Già, perché mentre le famiglie dell’Anffas sono ancora alle prese con le difficoltà scaturite dalla chiusura della sede a Ritiro (in seguito all’incidente che ha causato la morte di Santino Rende, il 2 ottobre) e non sanno né quando potranno trasferirsi all’Istituto Marino, né fin quanto potranno restare nei locali di Cristo Re, il dipartimento scrive all’associazione con una tempistica ed una modalità a dir poco stupefacente. Basta leggere le poche righe firmate dal dirigente del dipartimento patrimonio-demanio Natale Castronovo con le quali, sintetizziamo, l’Anffas viene sfrattata dalla sede che ha occupato dal 2006 (ma attualmente è sotto sequestro dopo i tragici avvenimenti) ma le viene proposto, se vuole continuare ad occuparla, di pagare un congruo contributo. Nella stagione dell’amministrazione dei Beni comuni, mentre vengono spesi fior di quattrini per fitti nonostante l’esistenza di una serie di immobili inutilizzati, il dipartimento pensa bene di intimare ad un’associazione onlus, che riunisce le famiglie con persone con disabilità, di consegnare le chiavi e, se vuole riaverle pagare….addirittura una congrua somma.
“L’immobile comunale in oggetto-si legge- è stato concesso in comodato d’uso gratuito a codesta associazione con scrittura privata del 13-11-2006, avente durata di nove anni e scadenza il 12-11-2015. S comunica che, alla scadenza di tale comodato d’uso gratuito, questo Ente procederà all’assegnazione dello stesso secondo modalità di legge. Nel comunicare quanto sopra si sottolinea la data di scadenza, entro la quale dovranno essere consegnate a questo Dipartimento le chiavi dell’immobile, previa effettuazione di sopralluogo congiunto. Qualora codesta Associazione, dopo la scadenza, fosse ancora interessata all’ottenimento della concessione del citato immobile, potrà confermare la richiesta con la previsione di un congruo corrispettivo economico per l’utilizzo dei locali”. Firmato il dirigente di sezione Vincenzo Cacciola e il dirigente del dipartimento Natale Castronovo. Non osiamo immaginare cosa significhi per il Dipartimento il termine “congruo” ma quel che stranisce è anche il sottolineare la data di scadenza, entro la quale, cioè novembre l’associazione dovrà “consegnare le chiavi”. Il linguaggio burocratico, si sa è freddo, ma non sarebbe un errore ricordare agli uffici comunali che dal 2 ottobre ci sono 40 famiglie che vedevano in quella sede a Ritiro una “seconda casa” dove i propri familiari trovavano accoglienza, amore e cure per molte ore, sono in attesa di una soluzione. Entro pochi giorni l’Anffas dovrà risolvere la problematica relativa agli attuali locali di Cristo Re, per i quali l’Asl, applicando la normativa, sta chiedendo i requisiti. Il trasferimento all’Istituto Marino, nonostante gli entusiasmi iniziali, si sta rivelando meno imminente del previsto. Insomma il rischio è che da febbraio l’Anffas non abbia più un luogo per i disabili assistiti. Val la pena ricordare inoltre che sia per le famiglie che per i disabili, abituati da tempo appunto ad una “seconda casa”, quanto accaduto, con lo stravolgimento di abitudini consolidate, è comunque un trauma. Non si tratta di trasferire un ufficio da un piano all’altro, ma di una sede di un’associazione che si occupa di diversamente abili. Al di là di ogni altra considerazione, immaginiamo che la sede resterà ancora a lungo sotto sequestro e che pertanto intimare la consegna delle chiavi “entro e non oltre la data di scadenza” cioè novembre equivale a non comprendere la delicatezza e gravità della situazione. A meno che non si pensi che le famiglie vogliano “occupare abusivamente” quei luoghi che per 9 anni hanno potuto utilizzare in comodato d’uso. Chiedere persino un congruo riscontro economico sa di paradossale. E’ proprio il termine “congruo” che fa pensare, visto che, comunque, stiamo parlando di famiglie già gravate da disagi derivanti da un contesto di servizi non eccellenti e per i quali l’immobile rappresenta una risposta di primaria importanza.
Rosaria Brancato