MESSINA – È qui la festa. In Piazza Unione Europea tutti sul palco per festeggiare la vittoria alle amministrative e il compleanno del nuovo sindaco di Messina. Ma anche il ticket De Luca-Giarrusso per le elezioni regionali in Sicilia.
“45 anni e più del 45 per cento con vittoria al primo turno”, commenta con soddisfazione Federico Basile. Con lui e con il leader di Sicilia Vera, Cateno De Luca, si alternano il presidente del movimento Pippo Lombardo, il deputato regionale e rieletto sindaco di Santa Teresa di Riva Danilo Lo Giudice, l’europarlamentare Dino Giarrusso, il portavoce di Sicilia Vera Ismaele La Vardera, il deputato Nino Germanà (“Prima l’Italia”) e gli assessori freschi di giuramento della squadra di Basile. Sarà poi, nella parte finale, De Luca ad annunciare l’accordo per le regionali con l’ex Iena ed ex 5 Stelle Giarrusso: “Sarà per me un onore averlo come vicepresidente. Insieme, il prossimo 27 giugno a Palermo, al Parlamento siciliano, ufficializzeremo il nostro progetto per liberare la Sicilia con De Luca – Giarrusso o Giarrusso – De Luca”.
Promette De Luca: “Messina, con la vittoria di Basile, è stata una prima staordinaria tappa in vista delle elezioni regionali, nazionali ed europee”. A livello nazionale, con l’obiettivo di avere nel Parlamento deputati e senatori di Sicilia Vera, l’ex sindaco aderisce al progetto nazionale di Giarrusso. Un progetto meridionalista, con al centro il Sud, e che vedrà l’europarlamentare leader nazionale. Nel frattempo, grande festa, in una piazza messinese gremita ed entusiasta, per Basile. Sabato a Taormina, per Taobuk, il nuovo primo cittadino ha ricevuto gli auguri del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Ieri sera, invece, in Piazza Unione Europea, a pochi passi dal Municipio, il sindaco ha ricevuto “il bastone dell’autorità e dell’autorevolezza” da De Luca: “Quando sono stato eletto me l’hanno regalato – ha spiegato il capo politico di Sicilia Vera – e io ora lo voglio consegnare simbolicamente a te in un passaggio di testimone. Nella vita bisogna essere gentili e disponibili ma questo bastone è anche l’interpretazione plastica dell’autorevolezza e dell’autorità. Perché nella vita bisogna pure farsi rispettare. Quando è stato necessario, io non mi sono sottratto alle responsabilità e ho esercitato l’autorità. Ecco perché c’è chi mi ama e chi mi odia”.
Tutta la serata di ieri è stata scandita dai cori di auguri per Basile e dai tanti “Federico” e “Cateno”. Il nuovo sindaco ha anche stappato la bottiglia di spumante sul palco (“Avevo pensato a una torta ma siete troppi”) e ha ricevuto targhe, vari regali e pensieri da alcuni rappresentanti delle liste e sostenitori. Nove liste che lo hanno sostenuto alle elezioni.
Prima della musica finale, i vari protagonisti si sono alternati sul palco. “Da tre giorni – ha affermato Basile al microfono – sono sindaco e nelle prime uscite pubbliche, dalla processione di Sant’Antonio a Taobuk con il presidente Mattarella e poi oggi il Corpus Domini, sto vivendo emozioni indescrivibili e inimmaginabili, percependo il calore della gente”.
“È stata una cavalcata bellissima, in quattro mesi intensi – aveva sottolineato all’inizio della serata il presidente di Sicilia Vera Lombardo – e abbiamo dimostrato qual è la vera politica: la buona amministrazione. Questo noi facciamo”.
“Qualcuno, Cateno De Luca, ha visto in me ciò che nessun altro aveva visto. Mi avete regalato – ha aggiunto il sindaco, rivolgendosi al pubblico della piazza, che spesso ha completato le frasi di De Luca e Basile, non smettendo di incitarli – l’intellligenza del cuore in questi quattro mesi di campagna elettorale. La vostra presenza oggi rinnova la necessità di essere rappresentati da uno come voi. Ci voleva uno come De Luca per fare rialzare la città da un torpore di trent’anni. In tre anni e mezzo di buon governo, siamo tornati una città normale e ora dobbiamo continuare a sognare. Siamo passati dalla politica chiusa nelle stanze delle segreterie a chi agisce e porta risultati. Da diciannove anni un’amministrazione comunale non veniva riconfermata. Conoscenza, competenza, visione strategica – ha evidenziato Basile – sono state le mie linee guida in campagna elettorale. Ero l’unico a parlare di programmi e noi, come giunta, abbiamo già calendarizzato gli atti per fare camminare spedita la città. Vi rappresento e non vi deluderò. Ascoltare e dare voce ai bisogni della gente è la mia priorità e il nostro metodo. E per questo ho bisogno della mia giunta”.
Subito dopo, sul palco, sono arrivati gli assessori della squadra di Basile. Questo è il commento di De Luca: “Basile è la punta di diamante di un progetto di rivoluzione per Messina. E adesso andiamo avanti senza se e senza ma. Gli assessori sono qui perché hanno lavorato bene con me e si sono saputi adeguare al mio metodo. Una squadra collaudata, e in più adesso c’è Liana Cannata, che saprà anche lei entrare bene nel progetto di governo. Questa squadra di assessori ora si adeguerà al nuovo capitano. Al suo stile. Perché le brutte imitazioni non portano risultati”.
De Luca ha pure avvertito gli assessori, rivolgendosi a Basile: “Una volta terminato il rodaggio, diciamo a fine anno, tu sarai libero di valutare se ogni singolo assessore si è saputo adeguare al tuo metodo. Il capitano della squadra non è più Cateno De Luca. Inoltre, mi rivolgo ai consiglieri comunali eletti, soprattutto a quelli eletti con noi – ha aggiunto il leader di Sicilia Vera – e ricordo che, se mi darete l’onore di fare il presidente del Consiglio comunale, mi impegnerò a cambiare il regolamento. Dobbiamo passare da una democrazia parassitaria a una democrazia produttiva e il regolamento del Consiglio va adeguato a un’azione amministrativa ed economica efficace”.
“Mi impegno a modificare il regolamento consiliare – ha ribadito De Luca – per valorizzare il ruolo di controllo e collaborazione, e non di condizionamento, del Consiglio. I due organi, sindaco e giunta da un lato e rappresentanza consiliare dall’altro, devono collaborare nel’interesse della città”.
Anticipato dal deputato regionale Lo Giudice, De Luca ha confermato il “no” all’attuale centrodestra in ambito regionale: “Noi diremo no, nelle nostre liste, ai deputati uscenti. Stiamo valutando solo se riconfermare o meno Danilo Lo Giudice (che potrebbe essere candidato anche alle elezioni nazionali, successivamente, n.d.r.) perché operiamo per una vera rivoluzione. No agli accordi con i dinosauri della politica. Lo ribadisco al presidente dell’Ars Miccicchè e a tutti quelli che adesso mi cercano, dopo la vittoria a Messina. Si sono fatti sentire tutti…”.
“Io non ho mangiato la mela del peccato nel 2018 – ha ricordato De Luca, in linea con quanto dichiarato prima da Lo Giudice – quando Miccichè mi offrì la candidatura unitaria del centrodestra a Messina e non lo farò adesso. La vecchia politica vive di rendita. E si disinteressa totalmente dell’amministrare. Noi diciamo no a questo tipo di politica. La prima spallata alla vecchia politica l’ho data io nel 2018 e ora, con questa rivoluzione che parte da Messina, dove abbiamo abbattuto i dinosauri, continueremo con coerenza quest’azione rivoluzionaria. Voi siete i miei padroni e stabilirete il mio destino” (Lo dichiara, rivolgendosi al pubblico, n.d.r.).
Quanto al deputato Nino Germanà, che ha contribuito al successo con la lista “Prima l’Italia”, De Luca ha precisato: “Si è rivelato un galantuomo e qualsiasi scelta farà successivamente, anche se le nostre strade regionali e nazionali dovessero dividersi, continueremo a mettere al primo posto Messina e a collaborare per il bene della città”. Lo stesso parlamentare ha ribiadito in piazza la propria fiducia nel progetto e nell’amministrazione Basile: “Il nostro è un apparentamento tecnico e io non ho mai chiesto assessori e poltrone. Io ho nove assessori che lavorano per Messina”.
In un video dello scorso 2 giugno, trasmesso in piazza, intervistato dal portavoce di Sicilia Vera, Ismaele La Vardera, De Luca azzeccava il risultato delle amministrative. Non a caso, con ironia, è stato definito da Basile “un veggente. Ma soprattutto, quello sì, un visionario”.
Ha aggiunto a sua volta il capo politico di Sicilia Vera: “Se io nel 2018 ho avuto un voto disgiunto esagerato, Basile ne ha avuto uno fisiologico, del 6 per cento. Inutile che il candidato a sindaco Maurizio Croce vada alla ricerca di traditori. Ho letto che rimarrà in Consiglio fino a Natale. Se rimane per cinque anni potrà imparare che cosa significa la buona amministrazione” (Una simile battuta era stata rivolta da De Luca anche al suo precedente avversario, Bramanti, n.d.r).
De Luca ha fatto pure riferimento al suo successo nel trasformare, in quattro mesi dalla metà di febbraio, il “riservatissimo e sconosciuto” ex direttore generale del Comune in un “candidato conosciuto da oltre il novanta cento delle persone”. Il politico che ora ambisce a essere “sindaco di Sicilia, il mio sogno, ma non a tutti i costi e senza compromessi con le sanguisughe della politica”, ha pure espresso la propria solidarietà a Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi: “Uno dei dieci uomini più scortati d’Italia. Siamo su posizioni politiche differenti ma io lo rispetto. Ci siamo incontrati a un matrimonio, casualmente, e ci siamo trovati in sintonia. Ora c’è chi lo vorrebbe, nel Partito democratico, utilizzare come simbolo per le regionali. Ma lui non si presterà a queste operazioni. Fanno così quelli della politica tradizionale: gli interessa solo vincere. Amministrare no. E ragionano facendo terra bruciata dopo di loro. Non gli interessa governare e coltivare una classe dirigente”.
De Luca, in particolare, ha attaccato Claudio Fava, “che oggi si candida nel centrosinistra alle primarie per la presidenza della Regione”, con riferimento alla relazione della Commissione antimafia sulle dinamiche dell’attentato ad Antoci. Non è mancata la polemica politica, sempre da parte di De Luca, nei confronti del presidente della Regione Siciliana Musumeci e degli apparati regionali: “Con Giarrusso – ha affermato l’ex sindaco di Messina – abbatteremo la vecchia politica, così come abbiamo fatto a Messina”.
“Il bastone e la carota”, il “noi e loro”, l’attacco alla “casta e ai fannulloni” e la vicinanza popolare alla gente: quella di ieri è stata una sintesi della comunicazione di De Luca, compreso l’affondo nei confronti dei suoi avversari politici tradizionali di centrodestra e centrosinistra. “Quando hanno trasformato le elezioni amministrative in un referendum contro di me, sono caduti nella trappola”, ha ripetuto. Anche creare scompiglio all’interno degli schieramenti fa parte della sua strategia, spesso sottovalutata.
A sua volta, l’ex Iena e ora europarlamentare Giarrusso ha dichiarato: “Noi vogliamo cambiare le dinamiche regionali e nazionali. Qui da Messina parte la rivoluzione e sono orgoglioso di aver contribuito a non fare prendere il 5 per cento alle comunali al mio ex movimento, il M5S (Giarrusso ha ribadito quello che già De Luca aveva detto in chiave anti 5 Stelle, n.d.r). Andiamo avanti, nel segno di questa collaborazione di programmi e metodi con Sicilia Vera, mettendo in comunicazione il mio progetto nazionale e quello regionale di De Luca”.
Nella prima parte della serata, il portavoce di Sicilia Vera, anche lui ex Iena come Giarrusso (“Siamo orgogliosi di avere smascherato il potere in tv con inchieste coraggiose”, ha evidenziato l’europarlamentare), ha parlato con toni entusiastici di Messina. “Mi mancherà la granita, che a Palermo non sappiamo fare – ha ironizzato Ismaele La Vardera – ma soprattutto vi domando: siete consapevoli della rivoluzione, del catemoto che avete scatenato in questa città? Io porterò a Palermo, in campagna elettorale, la storia di Messina. Di questi mesi di liberazione dai santuari della vecchia politica”.