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De Luca: Corte d’Appello conferma che non dovevo essere arrestato

“La Corte d’appello di Messina smentisce definitivamente la Procura. De Luca non poteva essere arrestato”. E’ questo il commento del sindaco di Messina sulla pronuncia dei giudici di secondo grado di ieri sera.

NON CI FU ASSOCIAZIONE A DELINQUERE

De Luca, pur avendo davanti un processo bis per evasione fiscale, avendo comunque incassato il rinvio a giudizio per altre due accuse, è soddisfatto del verdetto di ieri sera. La sentenza d’appello, infatti, cristallizza il fatto che viene a cadere la più pesante delle ipotesi di reato, quella di associazione a delinquere.

” Fenapi non è una associazione criminale ma uno dei più importanti Centri di Assistenza Fiscale del nostro Paese- commenta De Luca sui social subito dopo la sentenza – La Corte d’Appello di Messina ha respinto l’impugnazione che la Procura della stessa città aveva proposto contro la sentenza con la quale il Gip di Messina, mi aveva assolto insieme al Presidente del Caf Fenapi, Carmelo Satta ed altri dipendenti coinvolti nell’indagine, dalla imputazione di associazione per delinquere.

LA VICENDA DELL’ARRESTO

Il Gruppo Fenapi era stato sottoposto ad accertamenti continui e penetranti ed io fui arrestato l’ 8 novembre 2017 appena due giorni dopo essere stato eletto deputato regionale. Già il GIP e poi il Tribunale della Libertà di Messina, non solo avevano disposto la mia liberazione ma avevano anche con motivatissimi provvedimenti escluso la configurabilità di qualsiasi reato che potesse condurre all’arresto.La Procura di Messina aveva ugualmente chiesto il rinvio a giudizio, ancora una volta smentita dal GIP. Oggi finalmente smentendo su tutta la linea il lavoro della Procura, la Corte messinese ha detto la parola fine a questa triste vicenda.

Prendo atto con soddisfazione di questa decisione, che spazza via oltre otto anni di problematiche create alla attività di uno dei più importanti Centri di Assistenza Fiscale oggi impegnato nel permettere a chi ne abbia diritto di fruire del reddito di cittadinanza.


Aspetto con fiducia la conclusione di tutta la vicenda giudiziaria, certo che sarà positiva anche grazie al lavoro dei miei legali.


Dedico questo ulteriore riconoscimento, proveniente dalla più alta istituzione di garanzia, ai cittadini di Messina che hanno creduto nella mia onestà e mi hanno voluto loro sindaco. Un grazie di cuore ai difensori Avv Prof. Carlo Taormina, Emiliano Covino e Giovanni Mannuccia”