Politica

De Luca e Basile insieme: “Messina non cede acqua a Taormina”

MESSINA – “Basta sciacallaggi politici”. Lo vogliono ribadire insieme: “Messina non regala acqua a Taormina”. Oggi il sindaco di Messina, Federico Basile, e il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, invitano la stampa alle case ex Gescal, vicino alla rampa Gazzi in uscita da Palermo. Proprio il punto in cui sorge il serbatoio e vi è la diramazione delle due condotte idriche cittadine. Si legge in una nota: “L’obiettivo della conferenza stampa è di fare chiarezza, una volta per tutte, sui termini della convenzione tra la città di Taormina e Siciliacque, con Amam che svolge il ruolo di semplice vettore per l’approvvigionamento idrico.
Questo incontro si rende necessario alla luce dei continui e ripetuti tentativi di sciacallaggio politico e mediatico che hanno interessato questa tematica”.

In particolare, è previsto un collegamento in tempo reale con il punto di ingresso delle condotte a Taormina. nei pressi della galleria Sirina. “Verranno illustrati i dati relativi all’afflusso idrico, garantendo trasparenza e informazioni accurate alla cittadinanza e agli organi di informazione”, promettono i due primi cittadini.

L’accordo sull’acqua tra i due Comuni e l’aspetto simbolico

In questi giorni, a Palazzo Zanca è stato ribadito: “Messina non può cedere acqua ad altri Comuni“. Ma allora di cosa si tratta? Su richiesta di Siciliacque, dato che non esiste un collegamento diretto, Amam dà a Taormina circa 16 litri al secondo. Prima erano 18. Quantità di acqua che poi Siciliacque riversa nella condotta del Fiumefreddo grazie a un bypass già esistente. E ancora ha insistito Basile: “La convenzione sottoscritta tra il Comune di Taormina, Amam e Siciliacque prevede il solo ruolo di vettoriamento da parte di Amam, così che la quantità che viene ceduta a Taormina ritorna per intero a Messina. Evidentemente, per chi vuole strumentalizzare, è troppo complicato da comprendere”.

In ogni caso, sul piano simbolico, dato che il sindaco della città ionica è il leader di Sud chiama Nord, qualsiasi siano le intenzioni, prevale il “messaggio” della cessione a Taormina. Ma la priorità, non va dimenticato, è migliorare la macchina organizzativa e affrontare i disagi dei cittadini, calibrando meglio gli interventi. I disagi di questo periodo, inevitabilmente, acuiscono l’insofferenza per l’accordo, al di là dei contenuti dello stesso.

“Guadagno di 132mila euro per l’Amam”

Era lo scorso 8 aprile quando, sempre in una conferenza stampa, Basile e De Luca cercavano di stoppare ogni polemica: ““Questa soluzione virtuosa permette a tutte le parti coinvolte di ottenere vantaggi significativi. Taormina potrà contare su una maggiore fornitura idrica, mitigando la crisi che ha affrontato finora, mentre Messina risparmierà la quantità di acqua che, in passato, era stata fornita a Taormina in caso di necessità. Questa convenzione rappresenta un importante passo avanti nella gestione delle risorse idriche e dimostra quanto si possa ottenere attraverso la collaborazione e la solidarietà tra i Comuni”.

Da parte sua, così si era pronunciata la presidente di Amam Loredana Bonasera: “Quanto abbiamo affermato nei giorni scorsi che la società non avrebbe più fornito acqua a Taormina letteralmente era corretto. Questa operazione prevede che Amam svolga un ruolo di semplice vettore. E avrà un guadagno di circa 11mila euro al mese che, su base annua, equivalgono a circa 132 mila euro pari a circa 5/6 l/s che ottiene gratuitamente da Siciliacque. Inoltre, poter fare affidamento sulla costante operatività della condotta di Siciliacque, ci assicurerà una pronta disponibilità d’acqua in caso di necessità, garantendo un approvvigionamento idrico tempestivo”.

Le riserve politiche di RispettoMessina

Sull’argomento scrive il gruppo di resistenza civica “RispettoMessina”: “Quello che è emerso con la pubblicizzazione dell’ accordo fra Amam, Siciliacque e Comune di Taormina, al di là di tutti gli aspetti tecnici, assume una valenza politica. Perché con una comunicazione inviata dal Comune di Taormina, nel dicembre 2023, dopo le elezioni amministrative che portarono alla elezione del nuovo sindaco, si chiedeva non al Comune di Messina, ma all’Amam, l’utilizzo di parte delle risorse idriche destinate alla città di Messina in previsione della stagione turistica nel periodo estivo. Richiesta recepita dalla presidente dell’ Amam che, dopo una serie di incontri per trovare un meccanismo per venire incontro alla richiesta di “soccorso”, a cui partecipava anche il rappresentante dell’ Ati, ovvero dell’Ambito idrico territoriale, che non assumeva alcun impegno, sottoscriveva non una scrittura privata, come è stato impropriamente riportato, ma un atto pubblico. Atto pubblico, con tutte le responsabilità che tali tipologie di atti comportano, mediante una convenzione con altri soggetti pubblici quali la società mista regionale Siciliacque e il Comune di Taormina”.

“Non si è coinvolto sull’accordo il Consiglio comunale”

Aggiunge il movimento: “E tutto ciò pur essendo l’Amam una società partecipata totalmente emanazione del Comune di Messina, senza coinvolgere ufficialmente il sindaco di Messina e la sua Giunta. Né tanto più il Consiglio comunale, pur trattandosi di un bene pubblico essenziale come l’ acqua. E mentre a Messina si riscoprono le autobotti, come avveniva già quaranta anni fa e si dà luogo ad un “razionamento” da periodi bellici, viene da domandarsi come mai si continui a fornire acqua alle navi da crociera, che sono di proprietà privata. O come mai non si pensi a una razionalizzazione mediante turnazioni degli esercizi commerciali di lavaggio o autolavaggio presenti su tutto il territorio comunale”.
Conclude RispettoMessina: “Senza contare che non viene preso minimamente in considerazione in prospettiva l’adeguamento anche del Comune di Messina alla direttiva dell’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente). Direttiva che porterà ad avere un gestore unico del servizio idrico integrato per tutta la città metropolitana, con una conseguenziale ridefinizione del ruolo dell’Amam. E con possibili ricadute anche sui finanziamenti per i lavori previsti per la fondamentale ristrutturazione della rete idrica comunale. Rete idrica che presenta il più alto tasso di perdita, al 52%, a livello nazionale”.