Politica

De Luca e il flop politico tra centrodestra e rimpasto per Basile

di Marco Olivieri

“La differenza tra Cateno De Luca peones all’Ars nel 2006, quando c’erano scintille con il mio segretario Raffaele Lombardo, e Ismaele La Vardera oggi? Io fui eletto contro il presidente dell’Ordine dei medici di Messina, che era il candidato dello stesso Lombardo. E c’era un’altra cordata, con il deputato Paffumi. Io ho battuto tutti, da sindaco di Fiumedinisi. E così nel 2008”. Ieri diretta Facebook dall’Assemblea regionale siciliana per il leader di Sud chiama Nord. Al fianco di De Luca le sagome di La Vardera, nuovo “nemico”, e a sorpresa di Lombardo. Quest’ultimo artefice di un “matrimonio a 3” con Lagalla e Micciché. Il segnale di un centrodestra in movimento, con la federazione Mpa-Movimento civico di Lagalla. E De Luca s’inserisce nelle fibrillazioni anti Schifani per dar vita a un cambio di passo alle prossime regionali.

Il possibile incontro con Lady X – Arianna Meloni (né smentito né confermato), l’asse possibile con il deputato europeo ed ex assessore Marco Falcone, l’intesa costante tra il coordinatore regionale Danilo Lo Giudice e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno (Fratelli d’Italia): a piccoli e grandi passi l’abbraccio di Sud chiama Nord con il centrodestra ci sarà. Il deputato Gallo e la presidente di ScN Castelli l’accordo a livello nazionale lo troveranno in vista di quello siciliano.

Ieri sera, intanto, De Luca ha sparato a zero contro La Vardera e ha ribadito: “ScN è un movimento post ideologico. Qui ci sono persone che provengono da destra, centro e sinistra. I soldi li ho messi sempre io e tu (rivolgendosi all’ex compagno di partito, n.d.r.) due anni dopo le elezioni regionali, alle europee, hai preso pochissimi voti. Non aspettavi altro che andartene, dopo esserti dimesso pure da presidente del partito”.

Dopo Musolino e il passaggio da 8 a 3 all’Ars, volano gli stracci con La Vardera

Al solito, volano gli stracci e oggi Sud chiama Nord si ritrova senza la senatrice Musolino in Parlamento e con solo tre, in origine otto, deputati regionali. E senza gruppo all’Ars. Il fallimento politico c’è. De Luca ha puntato tutto su sé stesso tra elezioni a Monza ed europee. Intanto, conferma l’attacco al centrosinistra: “Non sono disposto a farmi cuocere a fuoco lento dal centrosinistra, con il possibile veto sei mesi prima delle regionali dai vertici romani”. Da qui la scelta di andare con un centrodestra che, se non può spaccare, vuole condizionare dall’interno. Il tutto dialogando con chi potrebbe apparire come più adatto alla “svolta generazionale dei quarantenni e cinquantenni”.

C’era una volta “Scateno” antisistema

Rimane il bravo amministratore e il leader capace, anche se troppo rancoroso e non abile nel tenere insieme la squadra, ma di sicuro c’era una volta “Scateno” antisistema. Si può parlare di flop politico perché è palese l’ammissione, dall’opposizione, di non riuscire a incidere. E perché, da “antisistema”, adesso De Luca appare come colui che tratta con l’odiato (un tempo) centrodestra, pur ribadendo mai con i “Mammut della politica, mai con Schifani e Musumeci”. Tra l’altro, pure sostenere che non si è “né di destra né di sinistra” corrisponde a un’ìdeologia: quella dell’amministrare, anche se in modo a volte efficace, senza una visione e una cultura politica solide.

Riunione decisiva a Fiumedinisi in vista del rimpasto della Giunta Basile

E, se il fallimento politico c’è, il leader è chiamato ora a salvaguardare l’amministrazione Basile, in vista del rimpasto di Giunta e partecipate, senza condizionarla troppo alla luce dei nuovi scenari. Giovedì è prevista una riunione decisiva a Fiumedinisi in vista dei cambiamenti. Ma sarà fondamentale capire se De Luca aiuterà il sindaco Basile a migliorare la squadra sul piano amministrativo. O se prevarranno le esigenze di fedeltà alla causa a prescindere dai pregi e difetti della Giunta.

La politica non è un atto di fede

La politica non è un atto di fede da compiere in onore del leader. Leader a cui credere senza se e senza ma, come sembra sostenere la presidente di Sud chiama Nord Laura Castelli. In teoria, il pragmatico De Luca dovrebbe saperlo. Tuttavia, dopo gli addii, da Musolino a La Vardera, dominano sempre le accuse e i livori. Ora serve la lucidità di non ingolfare ancora di più la difficile macchina amministrativa a Messina, facendola prigioniera dello scacchiere politico tra la città dello Stretto e Roma.