“Sto scrivendo il brano dal titolo l’impertinente del Nisi e potrei usarlo nei concerti della prossima campagna elettorale, quella per la presidenza della Regione…..” Cateno De Luca, ospite di Casa Minutella, (qui il video) guarda al 2022 e non nasconde che, se il candidato alla Regione sarà ancora Musumeci “o uno dei suoi compagni di merende”, lui non esiterà a scendere in campo.
Anzi, più che in campo, già si vede nelle piazze e nei palchi della Sicilia impegnato in un vero e proprio tour politico-canoro in cui, tra un assolo al clarinetto e uno al pianoforte, le “canta e le suona” agli avversari. Insomma lancia l’idea dei concerti elettorali. Messe da parte le ambizioni da partecipazione a Sanremo il sindaco di Messina si vede più concentrato in chiave anti-Musumeci e nel rispondere ad un lettore da casa spiega: “La Sicilia deve diventare Stato nello Stato, invece oggi è ancora Nord Africa”.
La campagna elettorale la sta preparando in questi mesi, tra periodi di astinenza social e dirette mattutine nelle quali il suo primo pensiero è Musumeci (o un suo sodale a piacere, dipende dalla giornata). Non lo dice espressamente ma ormai il dado è tratto. “Vediamo- dichiara- c’è tempo da adesso fino a dicembre, ma se si continua così io non posso stare fermo e lasciare che Messina e la Sicilia vengano amministrate da incapaci come sta accadendo”.
Troppo presto per parlare di alleati o coalizioni anche perché lui è più un outsider e comunque il centro destra ha già abbastanza galli nel pollaio pronti a litigare per essere i prescelti. E’ vero, c’è chi come Miccichè ipotizza anche una sorta di governo “Draghi in salsa sicula” ma in Sicilia non c’è nessun politico che abbia le stesse caratteristiche (e lo spessore) di Draghi. Periodicamente si ipotizzano contatti tra Salvini e il sindaco De Luca, ma al momento non c’è nulla di concreto e anche oggi De Luca ha ribadito: “Non ho mai chiesto la benedizione di nessuno se non del buon Dio, non lo farò neanche questa volta”.
Ogni tanto prova l’arma di distrazione “potrei candidare Lo Giudice invece che scendere in campo direttamente io”, e quando gli si fa notare che se si candida per Palazzo d’Orleans dovrà lasciare Messina un anno e mezzo prima taglia corto “si andrà a elezioni anticipate, ma quel che conta è il lavoro di squadra, non quello che fa Cateno”. Frase questa che lascia intendere una futura candidatura per Palazzo Zanca ad uno dei suoi fedelissimi o fedelissime.
Sul risanamento continua la battaglia in vista dell’approvazione (o meno) della legge speciale al momento in discussione (ormai ha festeggiato il primo compleanno di permanenza tra le Aule del Parlamento) non si sa con quale destino.
“Se il problema sono io come possibile commissario mi faccio da parte. Sento dire che il commissario sarà il Pd Franco De Domenico. Bene, purchè si faccia. Intanto si sappia che torniamo a chiedere la dichiarazione dello stato d’emergenza affossata dalla coppia M5S-PD nel 2018. Siamo in fase d’interlocuzione anche perché l’Asp ha già predisposto una relazione allarmante sulla situazione nelle baraccopoli. Da perte mia ho già vinto perché dopo 100 anni le baracche sono diventate un caso nazionale e in un anno abbiamo dato tante case quante ne sono state date in 30 anni”. Ringrazia Matilde Siracusano, che ha portato avanti la battaglia e la ministra Gelmini che tra l’altro è venuta a Messina quando era capogruppo di Forza Italia alla Camera, proprio per verificare la situazione.
A fine maggio organizzerà una “cerimonia” per dire addio all’ultimo cassonetto in città e sul Recovery Plan ricorda d’aver presentato progetti per 150 milioni di euro (l’hub per l’innovazione digitale, il risanamento e progetti green). Sul Ponte ribadisce: “C’è un evidente pregiudizio da parte dei governi nazionali e se fossi un deputato nazionale o un senatore ne prenderei atto”. Rivendica la zona ultrarossa di gennaio come soluzione che ha mantenuto bassi i contagi in città “La politica regionale ha gestito la pandemia malissimo”.
Infine manda in onda una clip con lui al pianoforte, preludio di quel potrebbe essere tra un anno la campagna elettorale per le Regionali 2022. L’idea dei concerti elettorali piace tantissimo ad un altro ospite di Casa Minutella, Red Ronnie “potresti fare un brano che simboleggia quello che hai fatto per Messina” e gli suggerisce comunque d’individuare un leit motiv per il futuro. Anche Dodi Battaglia, ospite di Massimo Minutella, viene interpellato per dare consigli canori al sindaco di Messina. “Voglio intervistarti come artista non come politico” chiosa Red Ronnie.
Non sappiamo a questo punto se Musumeci, Cancelleri, Fava e gli altri papabili alla candidatura alla Presidenza della Regione, debbano iniziare a cimentarsi con qualche strumento musicale per affrontare una campagna elettorale in scala di do.