Messinambiente sempre più ad un passo dal baratro. Mentre a Palazzo Zanca si parla di nuova società, si programma il futuro e si guarda solo al domani, a scrivere la fine della società di via Dogali ci sta pensando il Tribunale fallimentare che ha avviato il procedimento convocando per il prossimo 8 febbraio la prima udienza che apre la strada che porterà alla morte di Messinambiente per colpa di quel maxi pignoramento da 30 milioni di euro.
L’ombra del crack aleggia ormai da mesi, da quell’ultima sentenza siglata dal presidente della Seconda sezione civile del Tribunale di Messina. Il giudice Giuseppe Minutoli lo scorso 16 novembre rigettava il reclamo presentato da Messinambiente per provare a ribaltare il giudizio che due mesi prima il giudice Antonino Orifici aveva emesso sull’opposizione che la società di via Dogali aveva presentato per opporsi al pignoramento milionario di Riscossione Sicilia. Su Messinambiente pesano 29.795.039 euro più spese legali di debiti tributari e non che nascono da cartelle di pagamento non soddisfatte. Un’esposizione enorme, che viene da lontano, ma che adesso mette in serio pericolo le casse, anche quelle comunali.
L’istanza è stata notificata oggi presso gli uffici di via Dogali ed è perfettamente consequenziale a quanto il giudice Minutoli aveva scritto nella sentenza di novembre, ordinando la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero affinchè proponesse istanza di fallimento di Messinambiente. Tutto ciò non solo a causa del debito tributario, ma di una generale situazione debitoria della società che dal bilancio 2014 risulta superiore ai 70 milioni di euro.
Il liquidatore Giovanni Calabrò preferisce rimanere in silenzio fino a quando non si confronterà con l’amministrazione comunale per capire quale sarà la strada che adesso si intende seguire. A Palazzo Zanca, infatti, era stato avviato un percorso per valutare di presentare richiesta di concordato fallimentare per provare così a scongiurare il peggio. Adesso però le carte si rimescolano nuovamente. E questa ennesima batosta mette in serio pericolo anche la famigerata MessinaServizi Bene Comune.
“I nostri timori si sono avverati”. Commenta così la notizia Letterio D’Amico, segretario provinciale della Fit Cisl Messina. “L’8 di febbraio verrà molto probabilmente scritta la parola fine alla lunga e travagliata storia di Messinambiente. Tutto questo mentre il consiglio comunale ancora discute se approvare o meno la costituzione della MessinaServizi Bene Comune, nuova società che dovrebbe prendere il posto di Messinambiente”. La preoccupazione, adesso, riguarda la continuazione del servizio ed il futuro dei lavoratori.
"Sollecitiamo amministrazione e consiglio alla risoluzione delle loro controversie e al raggiungimento di un intento comune, la costituzione della nuova società, ormai da mesi, ma le risposte che abbiamo avuto sono sempre state insoddisfacenti. Oggi arriva la notizia dell'udienza che segnerà forse la fine di Messinambiente, senza che si abbia certezza di cosa si farà dopo. Tutto questo, ovviamente – prosegue Letterio D’Amico – non aiuta il clima in azienda. I dipendenti e gli operai sono scoraggiati, non hanno idea di cosa ne sarà del loro futuro lavorativo e del servizio che devono assicurare alla città. L’appello che la Fit Cisl rivolge è adesso al consiglio comunale – conclude il segretario Fit Cisl – nelle cui mani c’è il futuro di tutto un comparto e di un servizio vitale per tutta la città”.
Francesca Stornante