«Disseto vergogna nazionale ed internazionale». «Amo questa città, Messina non deve fallire» . Due slogan, chiari, diretti e messi nero su bianco in due distinti fogli appesi al muro nella stanza del gruppo consiliare di Forza Italia, per essere visibili a tutti. A qualche giorno di distanza dalla trasmissione al Comune della nota della Corte dei conti, che ha parlato di crisi irreversibile e riaperto la porta principale di Palazzo Zanca al dissesto, il capogruppo azzurro, Pippo Trischitta, ha sentito il bisogno di convocare una conferenza stampa per ribadire ciò che va ripetendo da anni: vale a dire che il Comune di Messina non deve dichiarare default .
Una posizione che lo pone in perfetta linea con quanto sostenuto sabato mattina dalla giunta Accorinti e dal segretario/direttore generale Antonio Le Donne.
Secondo l’ analisi di Trischitta è evidente che il Governo non ha alcuna intenzionale di far fallire i comuni. Prova ne sono – ha spiegato l’esponente di Forza Italia – i commi 714 e 715 della Legge di stabilità 2016, che danno agli enti che hanno approvato il piano di riequilibrio nel 2013 e nel 2014 la possibilità non soltanto di rimodularlo, apportando correttivi ed aggiustamenti, ma di riformularlo ex novo, partendo da zero.
«Perché dobbiamo perdere questa ulteriore possibilità che ci viene offerta dal Governo?», si chiede Trischitta, che non vuole sentire parlare di dissesto. Pur condividendo la linea anti-default dell’amministrazione, l’esponente di Forza Italia attribuisce alla giunta Accorinti la colpa di non aver adeguato per tempo la contabilità comunale in base ai principi sanciti nel decreto legge 118/2011 sull’armonizzazione dei bilanci. «La giunta avrebbe dovuto adeguarsi nel 2013 per non farsi trovare impreparata, la colpa dei ritardi nella presentazione dei bilanci è sicuramente di questa amministrazione». Rispetto all’ultima ordinanza della Corte dei Conti e ai rilievi mossi nella relazione firmata dal magistrato istruttore Gioacchino Alessandro, Trischitta ha confermato quanto già dichiarato in commissione, e cioè che prima di qualsiasi valutazione bisogna attendere l’udienza del 13 aprile, quando l’amministrazione potrà fornire le sue controdeduzioni. «Sino ad allora è inutile pronunciarsi, perché quella recapitata al Comune è la relazione del “pm” della magistratura contabile. E’ l’accusa, a cui dovrà seguire la difesa».
A proposito dell’enorme mole di debiti fuori bilancio, che rappresentano la vera zavorra di Palazzo Zanca insieme ai debiti delle partecipate, Trischitta ha spiegato che esiste una interpretazione secondo cui i debiti fuori bilancio derivanti da sentenze non dovrebbero passare in Consiglio comunale. Lo stesso Trischitta ha però ammesso che non è di questo parere la Corte dei conti, la quale ritiene indispensabile il passaggio in Aula per accertare l’origine del debito e le eventuali responsabilità.
Nonostante ormai i consiglieri di Forza Italia superino al dozzina, Trischitta si è presentato da solo all’incontro con i giornalisti: «E' una conferenza stampa tecnica, non politica. E comunque dalle pagine di Tempostretto Genovese ha detto che Forza Italia voterà gli atti di natura finanziaria per il bene della città».
Danila La Torre