L’approvazione del bilancio di previsione 2015, avvenuta con otto mesi di ritardo rispetto al termine del 30 settembre fissato dalla legge, ha inevitabilmente oscurato il pronunciamento della Corte dei Conti sulla situazione finanziaria di Palazzo Zanca. La deliberazione n.91 emessa dal giudice estensore Gioacchino Alessandro e dal presidente della Sezione di controllo, Maurizio Graffeo è infatti arrivata mercoledì all’ora di pranzo, stesso giorno in cui, poche ore più tardi, si è svolta la seduta decisiva per il via libera del previsionale, arrivato al termine di una lunga gestazione.
La coincidenza temporale dei due fatti ha messo in secondo piano il responso della magistratura contabile, che pure ha riconfermato quasi integralmente tutte le 14 criticità dettagliatamente elencate ed approfondite nell’ordinanza di fine marzo (vedi qui) e non solo ha dato divieto all’amministrazione di Palazzo Zanca di assumere spese non espressamente previste dalla legge ma si è anche espressa con una pronuncia di accertamento, in virtù della quale il Comune di Messina avrà 60 giorni di tempo per adottare i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità ed a ripristinare gli equilibri di bilancio, da trasmettere alla Sezione per le verifiche di competenza (vedi qui).
Con la deliberazione n.91, la Corte dei Conti è tornata a bacchettare pesantemente il Comune di Messina, come ormai fa costantemente dal 2010. Dito puntato soprattutto sull’ enorme mole di passività, la cui copertura viene rinviata al piano di riequilibrio, circostanza questa che secondo l’organo di controllo altera per difetto la rappresentazione finanziaria che viene fuori dai documenti contabili; e ancora sul mancato allineamento contabile tra l’ente e le sue società partecipate; e sul mancato riconoscimento dei debiti fuori bilancio, con una esplicita tirata d’orecchie ai dirigenti di Palazzo Zanca, che – sottolineano i magistrati contabili – hanno il dovere di predisporre gli atti propedeutici al riconoscimento da parte del Consiglio comunale di quelle obbligazioni che non trovano copertura nelle somme stanziate in bilancio.
Sulla deliberazione emessa dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti, abbiamo quindi chiesto un commento all’assessore al bilancio Luca Eller Vainicher : «Concordo con quanto scrive la Corte dei conti, in ogni caso le sentenze si applicano e non si discutono», ha detto riconfermando che la sua idea sulla funzione svolta dall’organo di controllo è profondamente diversa da quella dell’ex assessore Tonino Perna.
L’assessore originario della Toscana evita però accuratamente di entrare nel merito delle osservazioni sui debiti e sulla dirigenza comunale: «Non voglio fare polemica sui residui e su quanto viene scritto a proposito dei dirigenti, posso solo dire che adesso stiamo lavorando con impegno».
Eller, che già da un paio di settimane sta lavorando al bilancio 2016-2018 («sarà lacrime e sangue» avevadetto in una conferenza stampa), ha infine annunciato che porterà avanti una battaglia, per conto non solo del Comune di Messina ma di tutti quei Comuni schiacciati dai debiti, affinché la procedura di riequilibrio venga estesa da 10 a 30 anni: «Ho in programma di andare io stesso alla Commissione Ministeriale per discutere del Piano di riequilibrio e della necessità, non solo per Messina, ma per decine di città, di avere almeno 30 anni di tempo. Giovedì c'è stata la riunione con Alfano ed i sindaci dell'Anci e si è visto come anche Catania in Sicilia sia nelle nostre stesse condizioni. Ed in Italia è così per altri comuni. Io l'ho presa seriamente ed a cuore questa situazione e farò di tutto per cambiarla».
Quando andrà a interloquire con la Commissione Ministeriale, l’assessore toscano potrà approfittarne per chiedere anche un'interpretazione autentica del famigerato parametro 6 relativo alle spese del personale, che se sforato – come ritiene il Collegio dei revisori del conti – determinerebbe la deficitarietà strutturale dell’ente e vanificherebbe d’amblè la procedura di riequilibrio a cui ha aderito il Comune di Messina. La questione è stata sollevata anche dalla Corte dei Conti, che prendendo atto della diversa interpretazione data da revisori ed amministrazione sulla necessità di conteggiare anche le spese del personale delle partecipate ha mandato la propria delibera anche a Roma. La visita di Eller potrebbe quindi servire a fare definitiva chiarezza su un aspetto cruciale. Solo dalla risposta ufficiale della Commissione Ministeriale si potrà sapere se il Comune può accedere al fondo Nazionale di rotazione o deve immediatamente dichiarare dissesto.
Danila La Torre