“Era il 26 Settembre 2013 quando il Partito dei comunisti italiani di Messina incontrava il Sindaco Renato Accorinti e, a lui, poneva la proprie rimostranze e le proprie proposte che richiamavano il programma che era della coalizione. In quella occasione il Sindaco definiva il Pdci il “quarantunesimo consigliere comunale”. Sono trascorsi oltre 13 mesi da quell’incontro (e quasi un anno e mezzo dalla sue elezione) e da allora, nonostante gli impegni programmatici assunti con le forze che lo hanno sostenuto e con la cittadinanza e rinnovati in quella sede, ha tradito le speranze di rinnovamento che i messinesi avevano sperato con la sua elezione: un evento di discontinuità politica con il passato”.
Si apre così l’amara riflessione della federazione provinciale del partito che fin dal principio ha sostenuto e supportato l’avventura politica di Renato Accorinti. Un percorso iniziato con la campagna elettorale e con il grande entusiasmo di quei giorni e che oggi a quanto pare si è trasformato in una grande delusione.
I comunisti messinesi un anno e mezzo dopo non hanno più dubbi: dimissioni immediate del Sindaco. “Il suo governare non è stato coerente né con la carta d’intenti sottoscritta e presentata alla città, né con la sua storia e il suo impegno politico di uomo di lotta per la legalità e la giustizia sociale. Pur riconoscendogli l’onestà personale e intellettuale che sempre lo ha contraddistinto, non abbiamo visto il coraggio di scelte politiche amministrative che creavano una netta rottura con il passato” dicono gli ormai ex sostenitori di quest’amministrazione che giorno dopo giorno perde pezzi proprio tra quelli che erano considerati come “fedelissimi”.
I motivi per il Pdci messinese sono tanti. “L’ostinazione di non voler dichiarare il default economico del Comune di Messina, scaricando il peso della cattiva gestione economica passata sui cittadini, senza cercare le ragioni di quei disastri amministrativi determinati dalle precedenti Amministrazioni, di fatto tutela il passato di “quelli che c’erano prima” dal giudizio della Magistratura. Il fallimento delle politiche della viabilità, della gestione dei servizi sociali, dei rifiuti, della sanità (e l’elenco potrebbe continuare) sono sotto gli occhi dei cittadini; le favole della flotta comunale sono ormai leggenda metropolitana, ma quello che indigna i messinesi, ormai stanchi e disillusi, è la mancanza di coraggio o la precisa volontà di “salvaguardare” quelli di prima per non essere messo in minoranza nel consiglio comunale. Quante occasioni perdute per tutelare gli interessi e la dignità di questa città. Bastava fare le cose per bene costituendosi Parte Civile, come atto dovuto, oppure emanare ordinanze legalmente inattaccabili, e se il caso portare le carte, del Porto di Tremestieri, ormai “Porto delle nebbie”, alla Procura della Repubblica”.
L’analisi è impietosa su tutti i fronti, i comunisti messinesi non riescono a trovare neanche un aspetto positivo del percorso messo in atto dall’amministrazione Accorinti e per questo hanno deciso di abbandonare questo cammino.
“Non crediamo vi sia alcuna spinta evolutiva o rivoluzionaria nella Tua Amministrazione, temiamo in una involuzione ‘gattopardiana’ e che questa politica sia condivisa da ‘coloro che c’erano prima’ dicono al Sindaco Accorinti a cui adesso chiedono solo le dimissioni.