Una battaglia sul campo della partecipazione. Gli esponenti di Cambiamo Messina Dal Basso propongono una bozza di regolamento di 57 articoli, che verrà discussa e sarà aperta ai suggerimenti dei cittadini nei vari consigli di circoscrizione, prima di arrivare nell’aula del Consiglio Comunale dove ci sarà la votazione decisiva per l’entrata in vigore.
Ieri, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, si è tenuto un incontro aperto al pubblico sulla proposta di un regolamento per la disciplina delle forme di partecipazione popolare all’amministrazione comunale.
La conferenza, che ha visto gli interventi degli organizzatori dell’iniziativa, Lucy Fenech, consigliere comunale, e Raffaella Lombardo, consigliere della IV circoscrizione, e dell’assessore Daniele Ialacqua, è iniziata con l’enunciazione di alcuni articoli dello Statuto Comunale, presente sul sito del Comune e in vigore dal ’93.
Lo statuto fin dai primi articoli richiama i valori della partecipazione e della democrazia diretta, citando spesso un “regolamento sulla partecipazione” che si sarebbe dovuto approvare, secondo l’art.123, “entro e non oltre sessanta giorni dall’entrata in vigore del presente statuto”. Sono passati più di 21 anni ma di questo regolamento non c’è nessuna traccia.
La bozza di regolamento che è stata presentata prevede molti punti interessanti: dalle norme sul semplice diritto di udienza da parte di un singolo cittadino, passando per articoli che prevedono istanze e consultazioni popolari, per finire con i più “importanti” su referendum abrogativo, referendum consultivo e referendum propositivo.
Il regolamento stabilisce anche chi può partecipare a queste iniziative, a chi sono dirette, le modalità per attuarle e infine i termini a cui dovrebbero essere sottoposti Consiglio Comunale e Amministrazione dopo l’esito delle consultazioni.
A seguito della presentazione del regolamento, i vari interventi del pubblico che si sono alternati hanno messo in luce sia una grande curiosità e numerosi consensi per questo tipo di istituto, sia diversi moniti e preoccupazioni sui pericoli che potrebbe portare: non sempre la democrazia diretta è sinonimo di scelte migliori, soprattutto a causa delle differenze culturali ed economiche che possono essere presenti in una società, per non parlare dei rischi ancora più gravi che riguardano la manipolazione delle informazioni o il mero aggiramento delle forme della democrazia rappresentativa.
Tra i numerosi interventi non potevano mancare quelli a proposito della problematica vicenda dell’isola pedonale. Proprio questa vicenda infatti mette in evidenza quanto a volte sia necessaria un’effettiva consultazione dei cittadini, per evitare che una questione che interessa tutti venga risolta da pochi o, ancora peggio, ridotta a campo di battaglia tra schieramenti politici, vanificando così ogni tipo di iniziativa popolare, anzi scoraggiandola a tal punto che non c’è da stupirsi se spesso molti cittadini, alla partecipazione attiva alla vita politica della città, preferiscano limitarsi alla più semplice delega al momento delle elezioni.