Su Messinambiente ormai da giorni soffiano venti di bufera. Il primo a riaccendere i riflettori la settimana scorsa è stato il consigliere comunale Daniele Zuccarello a parlare di sprechi, cattiva gestione, anomalie, raccontando e documentando tutto con immagini pesanti e numeri che hanno nuovamente scoperchiato un calderone sempre in ebollizione. Denunce che erano state quasi subito smentite dal liquidatore Giovanni Calabrò che aveva replicato parlando di notizie imprecise e infondate. Il caso però non si è chiuso. Pochi giorni fa la Fp Cgil ha alzato a voce chiedendo le dimissioni dei vertici di Messinambiente per manifesta incapacità gestionale. Adesso ha deciso di farsi sentire anche la Fiadel che scrive al sindaco Accorinti e agli assessori Eller e Ialacqua per chiedere un incontro urgente per la verifica dell’assetto direzionale della partecipata che, ad avviso del sindacato, continua a provocare ingenti sprechi di risorse economiche e una pessima gestione delle risorse umane e strumentali.
Il segretario provinciale Pietro Fotia e il rappresentate territoriale Ferdinando Vento riprendono i temi messi sotto la lente d’ingrandimento da Zuccarello e ricordano che si è avuto più volte modo di segnalare, anche alla competente Procura della Repubblica, una molteplicità di fattiche dimostrano la deficitaria gestione dell’azienda: affitti, spese officina, contratti con ditte trasporti esterne mentre di contro si tengono inattivi gli autisti dipendenti.
“Per quanto attiene la sicurezza dei lavoratori ci si è visti costretti a richiedere l’intervento dello SPRESAL dell’ASL ME che ha pesantemente sanzionato l’azienda per gravi inadempienze ad oggi non sanate”.
Il sindacato sottolinea come fino ad oggi l’azienda si sia ripetutamente sottratta a qualsiasi confronto anche su materie nelle quali i sindacati hanno posto questioni di rilevanza economica, quali la defiscalizzazione di straordinari, turni e produttività, con ingente risparmio per le “tasche dei cittadini” e maggior gratificazione per i lavoratori.
“In ultimo, non si capisce perché il dirigente Cucè continua a non essere utilizzato nell’ambito della qualifica di appartenenza e le sue mansioni vengono svolte dall’ingegnere Roberto Lisi che, sembrerebbe, in spregio alla normativa di riferimento, viene pagato per mansioni superiori ed addiritura pare abbia goduto di premi di risultato per il raggiungimento degli obiettivi”.
Per questi motivi la Fiadel reitera la richiesta di un tavolo tecnico per la disamina della grave situazione e sperano che l’ amministrazione non si sottragga, anche per non ingenerare dubbi sulla reale volontà, più volte pubblicamente espressa, di fare la massima chiarezza sulla gestione del settore.
Francesca Stornante