Politica

Deposito di scorie nucleari in Sicilia, è coro di no. L’appello da Messina: “Mobilitiamoci”

Reazioni a catena, polemiche, un unanime coro di no. La Sicilia, a tutti i livelli, oggi ha fatto sentire la sua voce contro l’ipotesi di un deposito nucleare nell’isola. Regione, deputati, esponenti politici, movimenti, associazioni, sindacati. Tutti si sono fatti sentire. In Sicilia sono state individuate quattro aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare. Si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta. Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera. È quanto è emerso dalla Carta nazionale aree potenzialmente idonee (Cnapi) pubblicata sul sito Depositonazionale.it.

“No a decisioni calate dall’alto”

“La Sicilia rispetto a un tema così delicato e complesso, come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e, quindi, della tutela ambientale, non può accettare l’idea di scelte calate dall’alto. Riteniamo fondamentale, sul tema ambientale ancora più che su altri, un pieno confronto tra Governo nazionale, Governo Regionale e le comunità locali interessate”.  Questa la dichiarazione dell’assessore regionale Territorio e Ambiente Toto Cordaro in merito all’individuazione in Sicilia di quattro aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale.  

“Faremo valere le nostre ragioni”

Alberto Pierobon, assessore all’Energia, promette battaglia: “Ritengo che la Sicilia abbia già dato tanto dal punto di vista ambientale e che individuare strutture del genere nell’Isola non sia opportuno per tante motivazioni che faremo valere. Tra tutte le zone individuate, quelle siciliane sono ritenute meno idonee, cioè meno adatte, ma questo non basta. Posso assicurare che il governo Musumeci affronterà con attenzione e responsabilità la questione”.

“Ennesima barzelletta

“Quando ho letto delle ipotesi di siti di stoccaggio di rifiuti nucleari a Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana e Butera ho pensato ad uno scherzo di cattivo gusto. Purtroppo è solo l’ennesima barzelletta di un governo che ha poche e confuse idee sul futuro della nostra isola” ha continuato poi l’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano.

“Vicenda grottesca”

Il deputato messinese della Lega Antonio Catalfamo ha parlato di vicenda grottesca. “Siamo passati dalle promesse disattese sul recovery fund per il Sud al recepimento dei siti idonei allo stoccaggio delle scorie nucleari. Questo governo ha nel suo dna un odio seriale nei confronti della Sicilia. Peccato che i siti scelti in gran segreto siano anche siti turistici, riferimento del settore agro-alimentare e potenziali candidati a capitali della cultura per il 2022. Servono i soldi per le infrastrutture non per gestire le scorie nucleari. Quali criteri sono stati scelti per destinare questi siti nella mappa nazionale? E perché i sindaci non sono stati informati? Ribadiamo a gran voce il lato grottesco di questa vicenda e ci uniamo all’impegno e alla serietà degli Assessori Regionali Pierobon e Cordaro per difendere e tutelare la nostra Isola”.

Da Messina il no di Antudo

Da Messina si leva anche il fortissimo no di Antudo che invita i siciliani alla mobilitazione. “La Sicilia non sarà la pattumiera dei rifiuti radioattivi d’Italia”. A parlare è Luigi Sturniolo, portavoce di Antudo – rete dei comitati per l’indipendenza della Sicilia: “Chiamiamo tutti i siciliani e le siciliane a mobilitarsi contro questo nuovo progetto di morte e devastazione ambientale che lo Stato italiano vuole riservare alla nostra isola senza il consenso popolare. I luoghi selezionati come idonei, peraltro, non rispettano neppure i criteri dettati dall’Ispra nel 2014.

Per citarne alcuni: dovevano essere luoghi poco abitati, con una sismicità modesta, senza vulcani né rischi di frane e alluvioni; non a quote troppo elevate (non oltre i 700 metri sul livello del mare), non su pendenze eccessive, non troppo vicine al mare; abbastanza vicine ad autostrade e ferrovie per poter essere raggiunte comodamente dai carichi di materiale da stoccarvi; lontane da zone legate a produzioni agricole di particolare qualità e tipicità e luoghi di interesse archeologico e storico. Se volessimo guardare anche solo a due dei Comuni scelti – Petralia Sottana e Castellana – che si trovano nel complesso montuoso delle Madonie, non rispettano quasi nessuno di questi criteri. Eppure si trovano in quella lista.

Si cercherà di convincere i Comuni compresi nella mappatura a farsi avanti propagandando incentivi, occasioni di crescita, prospettive di lavoro e di benessere, soprattutto nelle aree marginali che si stanno spopolando. Se questa è l’idea di sviluppo che lo Stato ha in mente per il nostro territorio, siamo pronti a opporci con ogni mezzo necessario”.