"Io sono stata chiamata da tecnico a svolgere un lavoro per il bene della Sicilia e preferisco non intromettermi in questioni dal sapore politico. Ringrazio l'Udc per la fiducia che mi ha accordato, ma non sono abituata a stare dentro i giochi politici. Sono un dirigente dell’amministrazione regionale e una servitrice leale dell'interesse pubblico e per questa ragione ho deciso di rimettere il mio mandato nella mani del presidente della Regione". Con queste righe Patrizia Valenti, assessore regionale agli Enti locali designata dall’ Udc ha posto fine alla polemica scaturita nei giorni scorsi dopo la notizia del suo rinvio a giudizio (in qualità di ex Commissaria del Cas) per omissioni in atti d’ufficio. Era stato lo stesso Crocetta ad invitare la Valenti a “trarre le necessarie conseguenze, dal momento che non si è comportata con lealtà non avendomi detto nulla sulla sua situazione giudiziaria”. L’ex Commissario del Consorzio Autostrade Siciliane dovrà comparire a giudizio il prossimo febbraio nell’ambito di un’inchiesta che riguardava l’assunzione di un supermanager. In particolare la Valenti è accusata di non aver ottemperato nei tempi previsti da una sentenza del Tar all’assunzione di Olivia Pintabona, che era stata “scalzata” dal manager preso al suo posto. Il governatore ha chiarito che per reati di questo genere il codice etico non prevede la “rimozione” dall’incarico ed ha invitato il neo assessore a fare un passo indietro, anche in virtù del venir meno del rapporto di fiducia tra il Presidente ed un esponente di una squadra che ancora deve entrare in campo. L’interessata rinuncia al mandato, ma chiarisce la sua posizione.
"Ho appreso da notizie di stampa le opinioni del presidente Crocetta sulla vicenda che mi riguarda- scrive Patrizia Valenti-. Non più tardi di due giorni fa, carte alla mano, ho fornito ogni spiegazione circa il mio rinvio a giudizio, già conosciuta dall’opinione pubblica perché ampiamente divulgata dai mass media all’epoca dei fatti. Peraltro a causa di un grave lutto familiare, immediatamente dopo la nomina, non ho avuto il tempo di incontrare il presidente, fino a martedì. Nell’incontro sono stata puntuale e dettagliata nel ripercorrere tutte le tappe che hanno portato al procedimento penale in corso nei miei confronti. Già ieri mattina avevamo iniziato a lavorare insieme per affrontare alcune tematiche urgenti della realtà siciliana, nel corso di un incontro al ministero dell’Economia. Ribadisco la mia lealtà nei confronti del presidente e della pubblica amministrazione".
Insomma l’ormai ex assessore, per quanto la sua carica sia durata davvero lo spazio di poche ore, non ci sta a passare per “sleale” e sottolinea d’aver spiegato la sua situazione giudiziaria fin nei dettagli. Alle sue dichiarazioni fanno seguito quelle dell’Udc che aveva indicato il suo nome per il posto in giunta.
"Non siamo abituati a commentare le decisioni del presidente Crocetta,- si legge in una nota- perche' la scelta degli assessori e' una sua esclusiva prerogativa di cui siamo rispettosi. Prendiamo atto con dispiacere profondo della decisione dell'assessore Valenti che abbiamo proposto come tecnico competente, leale servitrice delle istituzioni e come persona svincolata da logiche di partito e di bottega. La sua decisione, ancorche' da noi non condivisa, di chiamarsi fuori da una polemica politica che non le appartiene, appare meritevole di grande apprezzamento". La casella resta comunque sempre in mano all’Udc che dovrà indicare, come da accordi, un tecnico d’area, a meno che, i centristi non decidano di cambiare strategia e fare come ha fatto Genovese, che in giunta, nonostante le pregiudiziali di Crocetta che aveva detto no a deputati e politici “puri” ha messo Nino Bartolotta, segretario provinciale del Pd e un’esperienza decennale da sindaco di Savoca. Cosa deciderà D’Alia si saprà nelle prossime ore. Dopo il ritiro di Francesca Basilico D’Amelio quello della Valenti, sia pure per ragioni diverse, è il secondo passo indietro.
Rosaria Brancato