cronaca

Detenuto in coma dopo aver ingoiato lamette, la famiglia denuncia: “Non doveva stare in cella”

MESSINA – Ha 40 anni il detenuto in coma al Policlinico dopo aver ingoiato tre lamette in carcere a Barcellona. Le lame gli hanno perforato l’esofago e provocato un grave addensamento polmonare. La famiglia si è rivolta all’avvocato Salvatore Silvestro per fare luce sul caso perché, spiegano: “Non doveva stare in cella”.

L’uomo, difeso dall’avvocata Cinzia Panebianco, era dietro le sbarre al Madia di Barcellona per piccoli furtarelli e altri reati comuni. Il suo fine pena era prossimo: aprile 2024. Il detenuto era affetto da problemi psichiatrici, aveva tentato il suicidio più di una volta e anche per l’incompatibilità al regime carcerario il suo legale aveva chiesto al Tribunale di Sorveglianza la scarcerazione. Ma il Tribunale lo scorso 10 gennaio aveva rigettato l’istanza. Una settimana fa il quarantenne ha ingoiato le lame.

I familiari annunciano l’esposto per capire cosa è accaduto e come è stato possibile che il loro caro abbia potuto compiere quel gesto: non era sorvegliato adeguatamente, non era detenuto in maniera adeguata alla sua condizione e perché? C’è stata negligenza o hanno inciso i cronici problemi di sovraffollamento e scarso personale penitenziario?