“PAPA’ URGENTISSIMO (…) TEMO MIA INCOLUMITA’ PERCHE’ GIA’ SUCCESSO AIUTO SONO DISPERATO URGENTISSIMO”. Questo è il tono di un telegramma scritto da Aldo Cucè, 27enne attualmente detenuto nel carcere Pagliarelli di Palermo per stalking, e rivolto al padre Mauro, residente a Torrenova. La denuncia del giovane è gravissima: ad abusare di lui sarebbero i secondini del carcere. Al padre sono arrivate anche una busta, contenente 23 pagine scritte a stampatello, in cui Cucè spiega nel dettaglio i motivi che lo spingono a chiedere aiuto con tanta urgenza. I fatti sono stati denunciati ai Carabinieri di Sant’Agata di Militello, alla Procura della Repubblica e al DAP di Roma, mentre l’avvocato Decimo Lo Presti si è rivolto alla Corte d’Appello di Messina.
Cucè ha denunciato minacce e percosse che, a suo dire, sarebbero praticate ai suoi danni da alcuni secondini del carcere e da un commissario, che lo avrebbero preso di mira per motivi personali. Proprio per un diverbio con questi ultimi, il giovane sarebbe stato portato in isolamento. Addirittura, la psicologa avrebbe rilevato la possibilità che Cucè potesse uccidersi, ordinando quindi di togliere dalla sua cella qualunque oggetto che potesse permetterglielo. “Ho già denunciato tutto alla Procura” – si legge nella lettera – “ma da 4 mesi nessuno fa nulla”.
E la paura del padre del giovane è che davvero il figlio possa pensare al suicidio. “Può un ragazzo di 26 anni volersi togliere la vita perchè non ce la fa più a sopportare le torture giornaliere in carcere? Avrà sbagliato, ma ciò non autorizza le guardie penitenziarie o i secondini a lasciare una persona nuda sul pavimento e prenderla a calci senza motivo. Sappia tutta l’Italia cosa accade al Pagliarelli di Palermo”.