Quante volte, nella difficile scelta della spiaggia, avete prediletto la sicurezza di una zona balneare controllata e salvaguardata? Quante volte avete preferito sborsare qualche soldino in più, magari affittando ombrellone e sedie sdraio in qualche lido sulla litoranea, per aver la certezza che i vostri bambini potessero fare nuotate tranquille e controllate da bagnini competenti?
Anche quest’anno il Comune di Messina, obbligato dalla normativa vigente, ha cercato di venire incontro alle famiglie, ovviando in parte il problema “vigilanza e salvataggio spiagge libere”.
E’ bastata una determina dirigenziale per far sì che, per 22 giorni del mese di agosto, una società (la Starfish) venisse incaricata di fornire assistenti bagnanti per alcuni tratti di spiaggia libera di possedimento del Comune. In realtà, occorre scriverlo, il procedimento è stato arduo e faticoso. Il servizio, almeno nel progetto iniziale, avrebbe dovuto coprire il periodo dal 24 giugno all’11 settembre (dalle 9.00 alle 19.00), avrebbe dovuto svolgersi in quattro spiagge del territorio e avrebbe dovuto coinvolgere 20 bagnini muniti di brevetto di salvataggio.
Il costo previsto, stimato in circa 170.000 euro, sarebbe stato coperto da finanziamenti regionali e provinciali. Ma, come ormai troppo spesso accade, né la Regione né la Provincia si sono preoccupate di garantire anche solo un euro di contributi. Nonostante, infatti, sia in vigore una Legge Regionale che obblighi i Comuni a fornire il servizio di vigilanza e nonostante la richiesta di contributi fosse stata inviata per tempo, no finanziamenti, no soldi e, dunque, no bagnini e vigilanza.
Il problema, però, riguardava il fatto che il “controllo spiagge libere” non rientrava nella categoria "facoltativo” bensì “obbligatorio”. Ergo, il Comune ha comunque dovuto provvedere, seppur “limitato alle disponibilità finanziarie presenti nel bilancio”, a garantirlo.
Non si è trattato di 49 giorni né di 170.000 euro né di 4 spiagge né di 20 assistenti bagnanti (come previsto inizialmente), bensì di 22 giorni, 9.900 euro, 1 spiaggia (Capo Peloro) e 4 bagnini (più uno di riserva).
"Data la pericolosità del tratto e delle correnti – ha spiegato Maria Canale, firmataria della determina – abbiamo ritenuto opportuno, dovendo scegliere, coprire la zona della punta".
Insomma, tutto in linea con le italianissime parole d’ordine “austerità e sobrietà”.
E forse qualcuno, nel 2014, deciderà di intraprendere la carriera di assistente bagnante: circa 110 euro per 5 ore lavorative non sembrano essere 'noccioline'.
Veronica Crocitti