Favorire collaborazioni e sinergie tra gli operatori del Trasporto Pubblico Locale, scambiarsi informazioni, esperienze, migliorare società e ottimizzare i servizi. E’ questa la premessa che apre l’accordo che ha unito l’Atm di Messina e GTT di Torino. Nord e sud Italia, un unico filo conduttore che viaggia sui temi della mobilità che oltrepassa i confini localistici. E’ stato il primo passo di una collaborazione tra aziende che in prima battuta ha portato a Messina un nuovo Direttore per l’Atm proveniente proprio dall’azienda torinese, poi è toccato ai primi consulenti e tecnici, poi ai 15 bus, dopo ancora ai pezzi di ricambio che GTT vende ad Atm a prezzi evidentemente più convenienti rispetto a quelli di mercato. In estrema sintesi sono questi i punti salienti dell’Accordo quadro sottoscritto da GTT, Atm e Comune di Messina. Sicilia e Piemonte saranno legate da questo accordo fino al 31 maggio 2015. Un anno per imparare e acquisire esperienze che nel nostro territorio non sono ancora state fatte.
In questi mesi inevitabile è stata una domanda: cosa ne guadagna GTT da questa partnership? Perché è vero che probabilmente Messina può trasmettere a sua volta delle esperienze, è anche vero però che non si può certo pensare che l’azienda torinese arrivi in soccorso di quella di via La Farina per spirito di beneficenza. Infatti a mettere in chiaro i dettagli di tutte le attività previste e soprattutto i costi di queste attività ci pensa l’accordo, firmato il 21 luglio scorso e modificato pochissimi giorni fa, esattamente il 10 ottobre. All’Atm poter contare su una realtà in buona salute come GTT costerà 800 mila euro. Di meno sì, di più no. In pratica significa che, durante questo anno di legame sancito dall’accordo, l’Atm potrà chiedere attività, prestazioni, consulenze, pezzi di ricambio e manutenzioni potendo contare su questo budget, utilizzabile fino al suo esaurimento. L’amministrazione Accorinti ha dunque deciso di investire sul serio. E, di questi 800 mila euro a disposizione, al 30 settembre ne sono stati spesi 264.000 euro. Atm procederà al pagamento dei corrispettivi dovuti a GTT in base alle attività rese e si potrebbe regolare in quattro tranche: 30 settembre, 31 dicembre, 31 marzo e 31 dicembre 2015
800 mila euro, se alla fine si deciderà di spendere l’intera cifra, per incrementare il numero e la qualità del proprio parco rotabile. L’obiettivo è portare a 55 il numero dei bus utilizzabili e a 13 le vetture tranviarie. Per fare ciò, come si legge nell’accordo, “Atm intende avvalersi della competenza e dell’esperienza di GTT con specifico, ma non esclusivo riferimento alla gestione e manutenzione del proprio parco rotabile e delle infrastrutture relative alla linea tranviaria”. Di contro si registra ovviamente la disponibilità di GTT nel “mettere a disposizione la propria esperienza per contribuire al miglioramento e allo sviluppo dei servizi offerti dall’Atm all’utenza, anche in un’ottica di future analoghe iniziative con altri operatori del settore”.
Ma vediamo ancor più da vicino in cosa si traduce questa collaborazione. Punto primo: consulenze. Atm può commissionare a GTT specifiche consulenze su bus e tram e sull’infrastruttura della linea tranviaria, consulenze da concordare volta per volta, mettendo in chiaro durata, professionalità coinvolte, costi. Secondo aspetto: autobus. Si tratta dei 15 bus giunti da Torino nelle scorse settimane e acquistati al prezzo simbolico di 1 euro ciascuno. GTT ha curato e pagato il trasporto dei mezzi nei depositi di via La Farina, ad Atm sono toccate le spese di revisione. Terzo tassello: pezzi di ricambio. Atm potrà acquistare forniture dei pezzi di ricambio degli autobus Iveco 480 con uno sconto del 75% sul prezzo di magazzino, degli Iveco 490 al costo di magazzino e dei Bredamenarinibus 231 ad un prezzo comunque vantaggioso e confezionato ad hoc su pacchetti di pezzi smontati dai mezzi dismessi di GTT. In tutti i casi si tratta di pezzi che l’azienda torinese non utilizzerebbe più perché non più in possesso di quei mezzi, dunque un modo per svuotare i magazzini e incassare. E, per Messina, un modo per risparmiare e fare tutto nel modo più veloce possibile. Per altri pezzi disponibili in magazzino, GTT avvisa che in questo caso il costo sarà pari a quello di riacquisto da parte di GTT. Disponibilità anche le trasferire attrezzature e strumenti necessari sulla infrastruttura tranviaria, ma di volta in volta, in base alle esigenze, si pattuiranno i costi. Andiamo avanti con l’accordo e il quarto punto è dedicato a: revisioni complessivi tranviari. In pratica GTT mette nero su bianco la disponibilità ad eseguire attività di riparazione e ammodernamento di insieme o di grandi componenti dei tram. Ogni intervento dovrà essere concordato nel dettaglio, anche in questo caso i conti si faranno alla fine sulla base delle attività concretamente rese e devono ovviamente rientrare in quel tesoretto da 800 mila euro. Quinto e ultimo pilastro di questa collaborazione: formazione. Atm potrà chiedere di fornire esistenza per sviluppare, incrementare e adeguare un piano di formazione integrato e articolato su abbisogni formativi dei dipendenti addetti alla manutenzione e alla gestione del parco rotabile e della linea tram.
Sulle modalità di pagamento non c’è stato immediato accordo e pochi giorni fa sono arrivate delle modifiche a quanto era stato inserito nel documento. L’accordo prevedeva infatti che Atm pagasse con due delle sue vetture tram la prestazione offerta da GTT. Un’ipotesi che non ha convinto Atm, tanto che una settimana fa c’è stato il passaggio dall’ipoteca sul tram alla garanzia fidejussoria. Fatto sta che in ballo ci sono 800 mila euro.
Alla luce di questo accordo tra aziende si sono mobilitate le amministrazioni comunali. L’assessore Cacciola mea aveva già parlato nei mesi scorsi, Messina e Torino si sono unite in questo percorso e a suggellare l’unione dal capoluogo piemontese è arrivata la delibera votata dalla giunta del Sindaco Piero Fassino che sancisce questo gemellaggio. Adesso lo stesso farà Messina con una delibera gemella, strumento utile e in linea con il quadro nazionale di collaborazione in tema di trasporto pubblico che si sta cercando di diffondere in questi mesi. Costi e servizi sono tutti nero su bianco. Per vedere i benefici si dovrà attendere ancora un po’.
Francesca Stornante