Entro il 27 ottobre si dovrà chiudere il processo di mobilità legato al miglioramento dei servizi informatici. Entro il 28 novembre quello necessario per internalizzare servizi o procedere a nuovi affidamenti. Sono questi i tempi dettati dall’ormai famosa delibera con cui l’amministrazione Accorinti ha dato il via ad una sostanziosa operazione che coinvolge circa 80 lavoratori di partecipate ed ex cooperative fino ad oggi rimasti nell’oblio del precariato e adesso pronti a varcare le porte di Atm, Messinambiente, Amam, Somer (società sorta accanto a Messinambiente). Secondo le date inserite nel provvedimento i primi a partire sono i 16 ex Feluca, sono loro ad avere quelle competenze necessarie alla rimodulazione dei servizi informatici. Subito dopo toccherà ai 53 dipendenti Ato3 e ai 12 ex Agrinova che potranno essere spalmati su Messinambiente e soprattutto Amam.
Un’operazione che ha fatto esplodere qualche polemica, che l’amministrazione difende a spada tratta, che ha visto la luce soprattutto per la forte spinta impressa dal segretario generale Antonio Le Donne e che si presenta come la giusta ricetta per portare avanti tutti i progetti che questa amministrazione ha in cantiere per sanare i buchi di Palazzo Zanca.
Nel provvedimento, infatti, si legge che “in un’ottica di risanamento economico finanziario del gruppo pubblico locale e di graduale ripristino delle condizioni di equilibrio economico dell’Ente e degli organismi partecipati, il Comune intende adottare misure strutturali finalizzate a improntare la gestione dei servizi pubblici a criteri di efficienza ed economicità, mediante percorsi di rivisitazione, contenimento e razionalizzazione della spesa che prevedono anche una riduzione delle esternalizzazioni”. Come spiega la delibera si tratta di misure già specificate nel Piano di riequilibrio ma che non possono non tenere conto “dell’esigenza sociale di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali e di attivare ogni procedura normativamente prevista per la risoluzione delle problematiche connesse agli Lsu”. Ecco dunque come nasce la delibera di mobilità tra le partecipate: “la regolamentazione delle politiche del personale delle partecipate costituisce un’importante leva gestionale a disposizione del Comune per conseguire i propri obiettivi di risanamento economico-finanziario nell’ambito delle più ampie misure strutturali a sostegno del Piano di riequilibrio” si legge nell’atto. E a fornire il terreno su cui piantare le fondamenta di questo provvedimento è la prima attività di ricognizione sulle partecipate che l’amministrazione ha inserito proprio nel Piano di riequilibrio, in cui si indicavano criticità, necessità e obiettivi da raggiungere.
C’è però anche un altro importantissimo tassello. Secondo la delibera ci sarebbero delle “richieste di acquisire unità di personale che possano essere utilmente adibite alla gestione dei servizi informatici da Amam, Atm e Messinambiente a fronte dell’effettivo attuale fabbisogno di personale, dalle stesse rideterminato in funzione dei processi riorganizzativi improntati al graduale ridimensionamento dei servizi esternalizzati ed al contenimento delle spese gestionali, come risulta dai documenti di pianificazione allegati al piano di riequilibrio”.
Quindi le società che si occupano di acqua, rifiuti e trasporti avrebbero già fatto presente la carenza del settore informatico e la necessità di personale da impiegare in questo ambito. Per garantire gli Ato3 e gli ex Agrinova, invece, il Comune ricorda che ci sono i servizi che troveranno copertura economica nella Tasi, la manutenzione del verde pubblico che dovrebbe svolgere Messinambiente, ma anche i servizi di manutenzione della rete per lo scolo delle acque piovane e delle fontane pubbliche che l’Amam ha nel suo statuto. Per avvalorare ancor di più questa esigenza di personale, sempre l’amministrazione, ricorda che “l’Amam per carenza di personale esternalizza servizi che potrebbero essere più economicamente gestiti internamente come recupero crediti, vigilanza di impianti, pulizia dei locali, manutenzione delle fontane, espurgo fognature, e che i servizi informatici necessitano forte impulso”.
Nel documento si parla anche della NewCo che doveva nascere per assorbire i Feluca e gestire i servizi informatici del Comune e l'intenzione è di continuare anche sulla strada della costituzione di questa società che doveva essere in compartecipazione con la Provincia. Nessun riferimento però al fatto che oggi la Provincia non ha più disponibilità economica per creare la NewCo e dunque anche Palazzo Zanca probabilmente dovrebbe rivedere conti e opportunità.
Tornando alla mobilità, a fornire la base legislativa a tutto questo percorso l’art. 1 comma 563 della legge di stabilità 2014 e tutti gli altri commi fino al 568, passaggi che appunto parlano della mobilità tra le partecipate per garantire riorganizzazione gestionale ed equilibrio finanziario. Condizioni necessarie di questa operazione dovranno essere: assenza di oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, rispetto dell’ordinamento professionale, valorizzazione delle professionalità acquisite. Se questi tre punti saranno rispettati, soprattutto il primo, si potrà scoprire però solo nei prossimi giorni, quando gli esponenti delle partecipate coinvolte dovranno presentarsi con carte alla mano per esplicitare il proprio fabbisogno di personale. La delibera, insomma, è solo l’inizio.
Francesca Stornante