Cinque milioni di euro. E’ questo il valore dei beni confiscati stamni ad uno dei più importanti esponenti del Clan Santapaola-Picanello di Catania.
A finire nel mirino della maxi operazione coordinata dalla Dia di Messina è stato Concetto Bucceri, detto Cricchiolo, considerato uno dei “mediatori” tra la famosa cosca catanese e quella della famiglia dei barcellonesi, operante sul versante tirrenico della provincia di Messina.
A firmare il provvedimento di oggi è stato il Tribunale di Messina – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Direttore della DIA, Nunzio Antonio Ferla. L’indagine, coordinata dal Procuratore Capo Vincenzo Barbaro e dai Sostituti Di Giorgio e Cavallo, ha permesso di svelare come Bucceri si sia, nel tempo, inserito nel settore delle commesse pubbliche attraverso imprese di prestanomi compiacenti, tra cui anche il figlio.
Sorvegliato, pregiudicato, Bucceri ha già sulle spalle diverse accuse per associazione a delinquere di stampo mafioso, usura, rapina, truffa, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi e droga. In particolare, Cricchiolo è rimasto coinvolto in diversi operazioni antimafia quali Free Bank, Vivaio e Gotha.
Di lui hanno anche parlato, sottolineandone il carisma e lo spessore criminale, anche i collaboratori di giustizia Carmelo Bisognano e Alfio Giuseppe Castro. Sono stati proprio loro a delineare la figura di Criocchiolo come quella del mediatore tra Cosa Nostra catanese e le organizzazioni criminali di Messina, in particolare quelle del Longano.
La confisca eseguita stamani dagli agenti della Sezione della DIA di Messina, con l’aiuto della Sezione Operativa di Catania, ha riguardato due imprese attive nel settore delle costruzioni, due fabbricati, otto terreni, 13 mezzi, una polizza vita e diversi rapporti finanziari. (Veronica Crocitti)