«Il porticciolo di Fiumara Guardia è solo un progetto senza un’idea di città»

Si infiamma il dibattito sulla realizzazione del porto turistico a Fiumara Guardia. In attesa della convocazione di una conferenza dei servizi in Capitaneria di Porto, in questi giorni è un susseguirsi di interventi, dichiarazioni, prese di posizione e “suggerimenti”.
L’ultimo, in ordine di tempo, a volere far sentire la propria voce sull’ argomento è il segretario generale della Cgil Messina, Lillo Oceano.
«Sul dibattito in corso sulla realizzazione del porto turistico tra Pace e Sant’Agata – scrive in una nota – scontiamo le cattive abitudini di questo Città e rischiamo di commettere i soliti errori che ci consegnano alla paralisi e al declino.
La discussione si svolge tra gli interlocutori come se fosse in corso un referendum sulla realizzazione o meno di quella – e solo di quella- specifica infrastruttura, realizzata con quella modalità, in quel luogo, da quei soggetti proponenti. E’ evidente come non possa essere questo il metodo per costruire il nostro futuro e quello di questa città. E buona parte del limite viene dalla assoluta inconsistenza delle proposte avanzate dalla classe dirigente. Parlo della politica perché ritengo spetti alla politica e all’amministrazione pubblica, che dalla politica è diretta, promuovere e coordinare quei processi capaci di immaginare e progettare un futuro sostenibile. Perché penso che solo l’azione pubblica abbia la legittimazione per scegliere e orientare un processo organico e armonico di sviluppo di un territorio assecondando e promuovendo vocazioni e talenti . L’azione dei privati – continua Oceano – senza un disegno di sviluppo, senza un orientamento, senza una programmazione capace di indirizzare e finalizzare investimenti e progettualità, rischia di essere finalizzata all’unico scopo di realizzare utili – spesso in maniera speculativa – senza alcuna ambizione di sviluppo e crescita del territorio. La speculazione edilizia, il sacco delle colline, l’abbandono delle attività produttive per realizzare su quelle aree fabbricati destinati a edilizia residenziale, sono l’esemplificazione concreta di quel limite. Un limite sul quale si costruiscono anche le cointeressenze e gli intrallazzi tra politici, immobiliaristi, costruttori edili, etc. Tale fenomeno che ha radici storiche, la ricostruzione post terremoto è stata fortemente caratterizzata compromessa da fatti analoghi e ha costruito molte fortune economiche , ha contribuito significativamente a determinare il declino produttivo di questa città e il degrado del territorio.
Una buona programmazione – scrive ancora il segretario della Cgil – costruita con percorsi condivisi e realizzata guardando al bene collettivo, contribuisce in modo decisivo allo sviluppo economico, rende più difficili le speculazioni e i comportamenti deviati della politica, preserva il territorio e l’ambiente da aggressioni che successivamente la collettività paga a caro prezzo.
Recuperare Maregrosso e la zona Falcata, riqualificare la riviera che va dall’Annunziata a Torre faro e quella che va da Mortelle a Tono, ha un senso per lo sviluppo futuro di questa città se stabiliamo quali vocazioni assecondiamo e dove. Ha ragione il Sindaco quando dice che non esiste città turistica senza alberghi. Dovrebbe spiegarci, però, perché gli atti di programmazione non sono coerenti e non indicano univocamente le zone di sviluppo turistico, quelle destinate a servizi, quelle produttive e quelle logistiche. Porti e Stazioni – Messina 2020, la delibera di indirizzo per la variante generale al PRG, le opere compensative del Ponte, non sono coerenti tra loro e non sono il frutto di una visione univoca di assetto della Città. Manca, e si avverte, un progetto, la capacità di far riprogettare la città per le sfide dei prossimi anni.
Il progetto di porto turistico – attacca Oceano – è solo un progetto, presentato da un privato al di là di qualsiasi idea – peraltro inesistente – di Città. L’ingegnere Sciacca fa – bene e con serietà – il proprio lavoro, indicando cosa non va nel progetto, non nell’idea di realizzazione di un porto turistico che sicuramente potrà e dovrà essere realizzato, senza rischi per il territorio e nella cornice di un progetto complessivo.
Il ricatto per il quale possiamo avere futuro solo rinunciando alla salvaguardia dell’ambiente ed accettando qualsiasi cosa sia fatta di ferro e cemento è sbagliato, non realizza alcuno sviluppo duraturo e non fa rinascere questa città. D’altro canto, non possiamo neppure accettare che non si realizzi nulla, che sole e mare da soli ci debbano bastare.
Se crediamo alla rinascita di Messina – conclude il dirigent5e sindacale – dobbiamo pensare a una programmazione di alto livello, come un concorso di idee internazionale. Avere come obiettivo i prossimi 20 anni, avere particolare cura del nostro ecosistema, riqualificare il patrimonio edilizio, ottenere le infrastrutture realmente necessarie e irrinunciabili.