“Siamo qui per dire sì al Ponte, perchè senza Ponte non ci sarà sviluppo per la Sicilia. Senza l’alta capacità fino a Siracusa da un lato e Trapani dall’altro non c’è sviluppo. Senza infrastrutture 5 milioni di persone saranno costrette ad andare via”, sintetizza Fernando Rizzo, Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno.
Durante la prima metà del 2018 il tema del Ponte sembrava essere tornado in primo piano, ma era il solito clima da campagna elettorale. Da giugno è calato il silenzio.
Ci ha pensato l’associazione Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno a riaccendere i riflettori con un incontro nell’Aula consiliare di Palazzo Zanca durante il quale sono state consegnate ai presenti, ma soprattutto ai rappresentanti politici, sia siciliani che calabresi le t-shirt con la scritta SI’ al PONTE.
L’associazione ha invitato la deputazione, sia regionale che nazionale ad essere incisiva per far rispettare la Sicilia e Messina ed ha annunciato che a gennaio 2019 il sottosegretario Siri sarà in città proprio per parlare di Ponte ed infrastrutture.
“Il nostro invito è rivolto a tutti gli schieramenti – spiega Fernando Rizzo – perché le ultime speranze di crescita delle due regioni sono riposte nella capacità dei politici siciliani e calabresi di superare le divisioni campanilistiche individuando un percorso condiviso. Il completamento del Corridoio Scandinavo Mediterraneo inspiegabilmente interrotto a Salerno da diversi anni e originariamente previsto come primo Corridoio dall’Unione europea costituisce l’elemento indispensabile per l’avvio di un effettivo processo di crescita economica e sociale di Sicilia e Calabria”.
Rizzo evidenzia la grande differenza tra le Regioni del Nord e quelle del Sud anche di fronte alle tragedie come quelle causate dal maltempo. Mentre si piangono i morti in ogni parte d’Italia, solo le vittime della Sicilia vengono attribuite a “noi stessi” all’abusivismo, all’illegalità. Questo fatto isola ancora di più la Regione ma soprattutto fa capire come anche la classe politica non sia in grado di battere i pugno contro ogni stereotipo.
“ “Ed è inaudito – sostiene Rizzo – come il ministro lombardo Toninelli, in linea con altri supposti ambientalisti o settentrionali intolleranti verso il Sud e i tanti meridionali rassegnati a “che nulla cambi”, definiscano l’opera come una cattedrale nel deserto: la Sicilia è la quarta regione in Italia per abitanti, più di 5 milioni; l’area dello Stretto è il primo porto in Italia per trasporto passeggeri, oltre 10 milioni annui e circa 5 milioni di mezzi gommati; gli aeroporti di Catania e Palermo vantano i primi posti in Italia per numero di passeggeri, in gran parte siciliani, con oltre 10 milioni il primo e 6 milioni il secondo. La Sicilia è la prima regione italiana a interfacciarsi con Suez dal quale transitano 70 milioni di container l’anno, ma meno di 50.000 vengono movimentati nei porti siciliani”.
E mentre il governo italiano investe sui porti di Genova, Venezia, Trieste e la vicina Grecia diventa “terra di colonizzazione” per la Cina molto più “furba” di noi in seguito all’ampliamento del Canale di Suez, la Sicilia e la Calabria continuano a produrre disoccupati.
“Abbiamo ribadito il Sì Forza Italia alle grandi opere da realizzare al Sud, a partire dal Ponte sullo Stretto che i governi Berlusconi hanno sempre posto al centro di un necessario Piano Marshall per il meridione- commenta la deputata azzurra Matilde Siracusano- Spiacevole ma comprensibile l’assenza di rappresentanti del MoVimento 5 Stelle…del resto, come avrebbero potuto giustificare l’assenza di progetti per il Sud dal loro piano d’azione governativo? Da par nostro, continueremo a lottare perché il Mezzogiorno abbia ciò che gli spetta di diritto”.
Con la Siracusano erano presenti anche il senatore Siclari e il deputato Nino Germanà che ha commentato: “La Sicilia è la frontiera meridionale dell’Europa e la realizzazione di opere strategiche è indispensabile per assicurare la continuità territoriale dell'isola. Considerate le dimensioni e l'entità del traffico commerciale della Sicilia, il ponte non è un'opera faraonica, a maggior ragione se lo si mette a confronto con quello lungo ben 55 km appena inaugurato in Cina. Per noi siciliani condannati all'isolamento, in una regione in cui è al momento ancora impossibile immaginare un sistema di trasporto passeggeri basato sull'alta velocità, il ponte rappresenterebbe quell'ossigeno indispensabile anche a tenere il passo “
Assente all’incontro, poiché contestuale con un dibattito sulla sanità siciliana, la deputata regionale dei Fratelli d’Italia Elvira Amata che ha voluto dare un plauso all’iniziativa ed il suo sostegno: “E’ importante questo momento di confronto trasversale su un tema di tale importanza. Mi preme ricordare come il governo di centrodestra, di cui ha fatto parte la leader Giorgia Meloni in qualità di Ministro, è stato l’unico a sostenere con atti concreti la realizzazione del Ponte. Il disfattismo di chi è venuto dopo ha rimesso tutto nel cassetto. Ma questa condizione di stallo è ormai inammissibile e per questo continueremo a chiedere che la nostra Sicilia non sia ulteriormente tagliata fuori da politiche di governi che nella propria agenda dimenticano del tutto l’esigenza di dare spazio e opportunità al Sud”.
Rosaria Brancato