La notizia dell’avvicendamento alla Caritas, ed il conseguente trasferimento di padre Giuseppe Brancato a Salina, ha diviso i fedeli e il mondo “social” tra quanti vedono nella decisione dell’arcivescovo Accolla una promozione e quanti invece la pensano in modo opposto.
Che don Giuseppe Brancato alla guida della Caritas, in uno dei periodi di crisi che maggiormente hanno piegato Messina, abbia fatto benissimo è fuor di dubbio. Ha saputo interpretare con sensibilità e intelligenza le mille nuove facce della povertà, quelle che distruggono un tessuto sociale che fino a pochi anni fa si riteneva “porto sicuro”. Non solo, da direttore della Caritas ha fatto anche il passo in più, quello che va oltre la soluzione dell’immediato, ma propone progetti e iniziative concrete che diventano basi per costruire in futuro diverso. Non ha, come dice un vecchio adagio, dato solo il “pesce” a chi aveva fame, ma li ha dotati di canne da pesca e gli ha insegnato a pescare.
Da ieri padre Giuseppe non è più alla Caritas, al suo posto c’è don Antonino Basile, dal 16 gennaio nuovo direttore. Lascia le isole Eolie padre Alessandro Lonardo, promosso a nuovo Rettore del Seminario Arcivescovile.
Il posto di Lonardo è stato preso appunto da don Giuseppe Brancato, nominato parroco di Maria SS. Addolorata e S. Bartolomeo in S. Marina Salina, di Maria SS. del Terzito in Valdichiesa nonchè direttore della Casa di Riposo Maria SS. del Terzito in Valdichiesa – Salina. Si tratta quindi di 3 parrocchie e di una casa di riposo.
Da qui le perplessità di quanti hanno visto nel trasferimento non già una promozione ma un modo per “fermare” chi ha fatto.
Ma è proprio così?
In realtà padre Brancato è stato apprezzato proprio per le sue doti di attento osservatore e gestore anche sotto il profilo economico ed amministrativo. Sarà in un certo senso “l’occhio” dell’arcivescovo e della Curia nelle isole Eolie. L’arcidiocesi infatti è: Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela. La sua sarà quindi una “mission” ben più ampia di quello che a prima vista si possa immaginare. Più che un “allontanamento” in un luogo isolato è l’esatto opposto, è il mandare qualcuno di cui ci si fida e di cui si sono avute le prove che sa operare.
Non è un caso che si occuperà anche della Casa di riposo per anziani (che ha 15 dipendenti) di Salina. Nelle isole ci sono immobili che appartengono alla Curia, ci sono movimenti di tipo economico che evidentemente necessitano di chi sappia “leggerli”. E poi, non da ultimo, c’è un altro aspetto in periodo di totale disinteresse alla fede.
Le isole, Salina in testa, in estate sono piene di turisti. Eppure, non c’è neanche una messa in inglese, giusto per citare un solo esempio.
Insomma, forse non è un caso e non è una bocciatura o una “punizione” l’aver mandato padre Brancato in “frontiera”. Forse è proprio quello che serviva.
Rosaria Brancato