Non si placano gli effetti della bufera post dichiarazioni del Presidente Crocetta sull’inutilità delle primarie messinesi del centrosinistra. Il quadro resta confuso, la coalizione sembra destinata a spaccarsi sempre più e, se per chi sta lavorando ormai seriamente in vista del 14 aprile le primarie non sono in discussione, c’è chi invece pare non aspettasse altro che un segnale per scatenare la guerra. Con quelle dichiarazioni il Presidente Crocetta ha dato un segnale chiarissimo. Lo ha colto il deputato regionale e leader dei Democratici Riformisti Beppe Picciolo che sposa senza dubbio alcuno la posizione di Crocetta dichiarando di non essere fin dall’inizio stato d’accordo su questo percorso.
“I Democratici Riformisti hanno avuto sempre una posizione di totale criticità nei confronti di questo tipo di primarie. Le primarie, così come sono state concepite, diventano scontri correntizi tra persone sicuramente validissime ma che creano solo divisioni. Non vorremmo che accadesse ciò che si è verificato a livello nazionale dopo il ‘duello’ tra Renzi e Bersani che alla fine non ha portato nulla di buono per il partito” dice Picciolo che non si sottrae alle domande e anzi mira a sottolineare la vicinanza a Crocetta sulla necessità di convergere su una candidatura di alto spessore.
Picciolo e i DR sono d’accordo sul nome della professoressa di filosofia Giusy Furnari, nonostante la scarsa conoscenza della candidata che il deputato non nasconde. “Della Furnari, che mi è stata presentata dal Presidente, ho potuto apprezzare le qualità umane, la vivacità intellettuale, l’intelligenza politica, è una donna cresciuta a pane e politica da un padre che è stato per tanto tempo sindaco di Tripi” dice Picciolo. Spontaneo chiedersi se siano sufficienti queste doti per amministrare una città vicina al fallimento totale. Al di là di ogni considerazione, ci sono poi cittadini da non dimenticare, quegli elettori che avranno il “potere” all’interno delle urne. Una candidatura decisa a tavolino potrebbe non trovare il consenso della città. Ma Picciolo non è d’accordo, “Giusy Furnari è una donna di qualità superiore che può essere calata dall’alto. La città ha bisogno di una persona fuori dagli schemi e dai riti della politica. Noi vogliamo un sindaco come la Furnari, il nostro candidato è Giusy Furnari”.
Il deputato guarda a quella parte di centrosinistra che invece crede fermamente nelle primarie, guarda soprattutto al Pd che sembra non aver intenzione di fare passi indietro. “Non sarebbe un passo indietro ma un passo in avanti, chiedo ufficialmente a Francantonio Genovese di andare oltre, di ragionare come ha sempre fatto per il bene della città e del Pd e di sposare un percorso diverso”.
Una richiesta che potrebbe suonare quasi come una dichiarazione di guerra considerato che, al momento, in corsa per le primarie ci sono ben quattro esponenti del Pd messinese. E considerato soprattutto che la decisione di far scegliere agli elettori il candidato di centrosinistra era stata concordata da tutta la coalizione. Ieri Giuseppe Grioli ha parlato di un accordo sottoscritto da tutti gli esponenti. Picciolo nega l’esistenza di qualsiasi tipo di accordo scritto e dice che i Democratici Riformisti hanno sì partecipato a numerosi tavoli della coalizione rappresentati dai delegati messinesi Nino Carreri (consigliere comunale) e Giuseppe Corvaja (ex assessore della giunta Buzzanca), ma senza mai firmare nessun accordo. “In quelle riunioni abbiamo sempre espresso contrarietà a questo tipo di primarie ma non ci saremmo mai sottratti al confronto democratico. Quando Crocetta ci ha dato l’assist condividendo, senza che ne avessimo mai parlato, la nostra posizione non abbiamo dovuto far altro che cogliere al volo l’occasione”.
Insomma lo scontro sembra più aperto che mai. Sono ore decisive tra Palermo e Messina per capire cosa accadrà. (Francesca Stornante)