Cultura

“Diciassette alle due” di Fabio Criniti. L’horror dagli echi kinghiani che lascia col fiato sospeso

Un horror avvincente, fatto di colpi di scena e presenze inquietanti, in una notte di Natale, che si rivelerà molto diversa dalle altre. L’agente Howard Phillips Morris fa da guardia all’ala ovest del carcere della città di Messyna, in cui è rinchiuso soltanto un vecchio detenuto, Jake Sullivan. Uno strano incontro, una tempesta improvvisa e l’ala ovest piomba nel buio. Da questo momento la vita dell’agente Morris cambierà per sempre, in mezzo a strane presenze e all’inspiegabile incombente morte del detenuto.

Un mistero da risolvere di cui il lettore, insieme a Morris, diviene l’investigatore protagonista.

Questo e molto altro racconta il libro Diciassette alle due, dell’avvocato messinese Fabio Criniti. Disponibile in preordine, verrà pubblicato tramite un crowdfunding della casa editrice Bookabook.

Abbiamo intervistato il suo autore.

L’intervista

Partiamo dal titolo. Perché diciassette alle due? È l’ora in cui avviene tutto?

“Per tre motivi principalmente, diciassette alle due sarebbero le due meno un quarto della notte, l’una e quarantatré per esattezza, l’orario in cui avvengono gli avvenimenti principali della storia; 17 e 2 sono due cifre che sommate insieme danno 19, il numero magico di Stephen King, il legame con il quale torna continuamente nel mio romanzo; ed è un versetto di un salmo della Bibbia cui il libro fa riferimento, capitolo 1, verso 43”.

A proposito di Stephen King, “Diciasette alle due” è una storia piena di riferimenti, all’autore ma non solo. Un esempio sono i nomi dei personaggi, nessuno è lasciato al caso; tanti i richiami da Lovecraft, fino ai Beatles o al film Disney Monster & Co. Come mai questa decisione, è un omaggio?

“Sono tante le sorprese inserite qui e lì nella narrazione, chi come me è un appassionato comprenderà i riferimenti. Un personaggio, per esempio, legge un libro di cui non rivelo il titolo ma che sarà facile comprendere. Con i nomi, poi, mi sono permesso di giocare, rendendoli tutti evocativi. Howard Phillips Morris è un omaggio a Howard Phillips Lovecraft, grandioso padre della letteratura horror/fantasy. Ed è anche una citazione di Dracula di Bram Stoker, l’americano Quincy Morris è, infatti, il personaggio che ha sferzato una pugnalata al vampiro, combattendo con lui fino alla morte. Il nome Jake Sullivan, invece, è ispirato al mostro di Monster & Co., James P. Sullivan. Come questi nomi tanti altri, tutti da scoprire nella lettura”.

Cosa dobbiamo aspettarci, quindi, da questa storia? Ci sconvolgerà?

“Il suo genere è stato classificato anche come un dark noir, la storia è caratterizzata da atmosfere molte cupe, ma è, poi, un thriller; vi sono indizi sparsi ovunque che porteranno alla soluzione finale. Sembra, mi ha riferito chi ha letto le bozze, di vivere l’indagine in prima persona insieme al protagonista. Morris, infatti, non svolge un’indagine ufficiale ma sente il bisogno di portare avanti la sua personale, per togliersi di dosso la strana sensazione provata durante la notte di Natale. Ha con sè un taccuino in cui riporta ogni cosa, spiega cosa avviene, elabora i suoi ragionamenti, e il lettore lo segue passo passo. Ci addentriamo con lui anche nello spazio del soprannaturale, uno spazio particolare, che gli animi più concreti cercheranno di risolvere razionalmente, mentre i più romantici potrebbero credere vero”.

Accanto all’attività di avvocato da dove nasce la passione per la scrittura? E in particolare per l’horror?

“Mi è sempre piaciuto scrivere, non ne ho memoria, ma mi raccontano che lo facessi prima ancora di andare a scuola, copiando le lettere che trovavo scritte su oggetti o giornali, le marche degli elettrodomestici per esempio.
Mia mamma leggeva molto e mi ha indirizzato per le mie prime letture verso Edgar Allan Poe. Sono cresciuto, poi, guardando i film degli anni ottanta come Il pozzo e il pendolo”.

Racconta che è stato il libro a chiederle di scriverlo, perché?

“Ho sempre scritto con un’attività molto frenetica, poi, nel primo decennio del 2000, ho posto un po’ da parte la scrittura. Grazie all’ultimo lockdown ho riguardato i vecchi racconti che ho realizzato e, rileggendo “La casa sulla collina”, ho capito ci fosse molto più da dire, una storia intera da raccontare. Mi metto, allora, a scrivere e nell’arco di pochissimo nasce il romanzo. Il nucleo centrale appartiene a 10 anni fa, il resto è arrivato subito, passando le mie giornate a lavorarci incessantemente, anche per 6 ore di fila. Inizio dalla fine, poi compongo tutte le parti insieme. Ho costretto mia moglie a leggere la storia e lei mi ha spinto a farla uscire dalle nostre mura, un amico ha avuto la stessa impressione, e così ho fatto. Per un libro, come se fosse un figlio, arriva il momento in cui deve camminare da solo”.

È diverso questo lavoro dai suoi precendenti Racconti già pubblicati?

“È un lavoro più impegnativo, approfondito; quelli hanno una scrittura piana, la sua, invece, è a pettine, ha una trama lineare che si intreccia con la storia personale di ciascun personaggio”.

Quante copie servono in preordinazione per pubblicare?

“L’obbiettivo per la pubblicazione è quello delle 200 copie vendute in preordine ed è stato raggiunto qualche giorno fa. Il secondo step è quello delle 250 copie e garantisce una visibilità in più.
Con le 200 copie raggiunte, l’Editore si occupa dei processi di editing, di distribuzione e di marketing mirati al libro. Con 250 copie fa ancora di più per diffondere la conoscenza del libro, contattando siti e blogger.
È una grande opportunità quella che offre Bookabook; dopo una prima valutazione qualitativa dà un responso e comincia subito la campagna.

Mi ha reso felice vedere il sostengo, oltre dei miei amici, di perfetti sconosciuti che mi hanno contattato per manifestare il loro apprezzamento, dopo aver letto le bozze del libro disponibili per chi ne fa il preordine. Una ragazza, per esempio, che ha scoperto il libro tramite la diretta sulla pagina Facebook della casa editrice, mi ha raccontato di averlo divorato in un giorno e mezzo, con grande soddisfazione, dopo un periodo in cui non riusciva più a terminare un libro”.

Qui è possibile preordinare “Diciassette alle due”, e basterà dare un’occhiata per notare i tantissimi commenti entusiasti di chi l’ha già fatto.

È una storia che travolge il lettore, permettendo lui di andare a fondo nella psicologia dei personaggi, positivi o negativi che siano, comprendendoli, affezionandosene e facendone proprie le esperienze di vita. Una storia che spaventa, piena di suspense e rivolgimenti inaspettati, ma dalla quale è impossibile distogliere lo sguardo dall’inizio alla fine.