Mimmo Nicotra, vicesegretario nazionale del sindacato di polizia penitenziaria, dopo la notizia del ritrovamento di un cellulare in uso ad un detenuto è intervenuto con un comunicato stampa: “malgrado una carenza di organico molto alta riusciamo ancora a garantire la sicurezza dei cittadini. Purtroppo la situazione degli organici nelle strutture carcerarie è diventata insostenibile: da anni oramai denunciamo la carenza di personale che di fatto poi abbassa il livello di sicurezza”. Il telefono è stato trovato, nel carcere di Gazzi, durante una perquisizione ad un detenuto ammesso al lavoro all’interno della struttura carceraria. Dopo aver provveduto a privare il detenuto del telefono cellulare, lo stesso è stato sospeso dall’attività lavorativa che gli latri carcerati svolgono all’interno della struttura detentiva. E ovviamente la direzione del carcere ha avviato un’indagine. “A Messina – ha aggiunto il sindacalista – la casa circondariale non solo è sovraffollata, ma attualmente conta circa duecento unità di polizia a fronte di un organico previsto di almeno trecento agenti”.
Resta da capire come abbia fatto il detenuto ad entrare in possesso di un telefono cellulare. Così come gli investigatori dovranno ora esaminare i tabulati telefonici per verificare verso chi fossero dirette le chiamate eventualmente effettuate e l’utenza da cui sono parti t e quelle in entrata.