A palazzo Zanca è iniziata la corsa contro il tempo. Entro il prossimo 12 dicembre, data che i Maya indicano come il giorno della fine del mondo, il Comune dovrà comunicare alla Corte dei conti quali misure correttive intende adottare per far uscire il Comune dal baratro, dentro il quale sembra avere più di un piede, visti i numeri snocciolati in conferenza stampa dal commissario straordinario Luigi Croce (vedi correlato). Ma proprio su quei numeri , inseriti nella relazione firmata dagli esperti nominati dall’ex procuratore capo, Nino Dalmazio, Luigi Saccà e Paolo Tomasello , a Palazzo Zanca è nato un piccolo “giallo”.
La suddetta relazione – come illustrato da Croce durante l’incontro con i giornalisti – fotografa una situazione debitoria pari a 240 milioni di euro ( in commissione bilancio si è parlato addirittura di 259 mila euro), cifra ben più alta di quella riportata nella relazione firmata dai dirigenti dell’area economica del Comune, Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo, che parlano anzi scrivono nel loro documento di un debito complessivo di 60 milioni di euro.
Una differenza di ben 180 milioni , che ha messo in allarme alcuni consiglieri comunali , ma non solo loro per la verità. Perplessità in merito sono state sollevate anche dal presidente del Collegio dei revisori dei Conti, Dario Zaccone, che ha collaborato a redigere la relazione elaborata dagli uffici del Comune e che si è detto intenzionato a chiedere un incontro “chiarificatore” con Croce. La questione è stata affrontata in Commissione bilancio e si è arrivati al nocciolo dopo l’intervento del ragioniere generale Coglitore, il quale – pur lasciando intuire una certa amarezza nell’aver appreso solo a Palermo, dinanzi alla Corte dei Conti , dell’esistenza di una seconda relazione, che i magistrati hanno preteso fosse firmata anche da Croce – ha spiegato serenamente e senza polemiche che i Dipartimenti dell’area economica hanno elencato esclusivamente «i debiti censiti e certificati», gli esperti di Croce anche quelli ipotetici, cioè presunti ma non certificati né ancora riconosciuti, disegnando un quadro più completo con l’analisi di quella massa debitoria ancora “sotterranea” che potrebbe presto emergere e con cui il Comune potrebbe dovere fare i conti .
E’ interessante a questo punto mettere a confronto le due diverse relazioni, che scattano una doppia fotografia di Palazzo Zanca.
LA RELAZIONE DI CROCE E DEI SUOI ESPERTI
Come specificato in premessa da Dalmazio, Saccà e Tomasello, la relazione si compone di sei parti: la prima parte è dedicata ai rilievi mossi dalla Corte dei Conti ed alle osservazioni del Collegio dei revisori dei conti del Comune; la seconda evidenzia alcuni eventi verificatisi nel periodo immediatamente precedente e successivo all’insediamento del commissario straordinario; la terza riguarda alcune delle attività svolte dal commissario; la quarta riguarda le direttive di bilancio; la quinta evidenzia alcune criticità riscontrate; la sesta riferisce della situazione attuale. Soprattutto le due ultime parti danno la misura ed i numeri della crisi economico-finanziaria di Palazzo Zanca.
Le criticità riscontrate dagli esperti di Croce sono le seguenti:
– Incapacità a riscuotere crediti (oneri concessori e fitti passivi) e tributi;
– Mancanza di liquidità;
– Costante e significativo ricorso alle anticipazioni di tesoreria;
– Incapacità ad esercitare una effettiva attività di controllo sull’azienda speciale e sulle società controllate e partecipate. L’ATM presenta bilanci con perdite d’esercizio per euro 38.189.191,00 e con patrimonio netto negativo di euro 20.465.789. MESSINAMBIENTE SPA presenta bilanci non approvati dal Consiglio comunale con un patrimonio negativo paria euro 23.174.943. E’ pendente tra ATO ME3 e Messinambiente una controversia per un importo di euro 24.600.000;
– Enorme contenzioso esistente che potrà determinare il sorgere di ulteriori e consistenti debiti fuori bilancio. Dalmazio, Saccà e Tomasello citano alcuni esempi: giudizio pendente davanti al Tar Catania promosso dalla Mondo Messina service, che chiede un risarcimento di 80 milioni di euro ; giudizio pendente davanti al Tar Catania promosso dalla Curatela fallimentare della F.C . Messina Peloro, che chiede il pagamento di 60 milioni di euro; giudizio pendente davanti al Tribunale di Messina promosso dalla impresa Schipani s.rl. che richiede un risarcimento di circa 39,5 milioni di euro. In tale giudizio -scrivono gli esperti- Il Comune di Messina ha proposto una domanda riconvenzionale per euro 40.159.851,80. Altri i casi riportati nel documento, con cifre che variano dai 15 milioni di euro a 3,5 milioni di euro. I tre esperi citano, sempre nel settore del contenzioso, anche le cifre certe, come ad esempio i quasi 20 milioni di euro di debiti delle spese legali e delle sentenze esecutive relative a cause di insidie; i circa 2,6 milioni di euro di debiti derivanti dalle oltre 12 mila sentenze di condanna del Comune; il debito stimato di 1 milione di euro frutto della previsione di 5000 sentenze di condanne per i giudizi pendenti aventi ad oggetto opposizioni per violazioni del codice della strada e soprattutto relative alla Ztl;
– Affidamento a terzi di servizi che potrebbero essere svolti in economia dal Comune o da società partecipate o controllate;
– Incapacità a dismettere il patrimonio immobiliare;
– Incapacità a ridurre il consistente ammontare dei fitti passivi, attraverso l’utilizzo ottimale degli immobili di proprietà;
– La violazione del patto di stabilità 2011 (per la quale è nel frattempo subentrata l’ordinanza di sospensiva ndr);
Nella parte dedicata alle conclusioni viene descritta la drammaticità della situazione economico-finanziaria dell’ente. Dalmazio, Saccà e Tomasello sottolineano che la carenza di liquidità e le esigue risorse oggi disponibili non consentono per il futuro, di garantire i servizi pubblici essenziali di igiene cittadina e del trasporto pubblico locale nonché la difficoltà a corrispondere gli stipendi (anche ai dipendenti comunali) per i mesi di novembre, dicembre e la tredicesima. I tre esperti si soffermano sui singoli casi, Atm, servizi sociali e Messinambinente, ricordando a proposito dell’attività svolta da quest’ultima che Tirrenoambinete, gestore della discarica di Mazzarà Sant’Andrea, che vanta un credito di 24 milioni di euro, ha comunicato che non consentirà ulteriori conferimenti in mancanza di un congruo pagamento».
LA RELAZIONE DI COGLITORE E DI LEO
I due dirigenti di Palazzo Zanca rappresentano «preliminarmente» che il Consiglio comunale ha bocciato il bilancio consuntivo 2011, poi approvato dal commissario ad acta, e passano successivamente al nodo del bilancio previsionale 2012, non ancora chiuso perché esiste una discrasia tra le entrate ed uscite che rende impossibile il pareggio. La differenza, che ha ovviamente segno negativo e pende dal lato delle uscite, è di 20 milioni di euro e questo – scrivono Coglitore e Di Leo – «lascia presagire che le entrate che si dovranno realizzare, anche per l’incertezza della data, se si pensa all’Imu il cui gettito perverrà nelle casse comunali non prima del 26 dicembre 2012, non consentirà di far fronte entro l’anno, a tutte le spese preventivate».
Per quanto riguarda i debiti, i due dirigenti – in sintonia con il Collegio dei revisori dei Conti – riconoscono solo quelli censiti, che ammontano ad euro 60.824.503,38. Ad altri ipotetici debiti la relazione non si fa cenno, perché secondo Coglitore e Di Leo non c’è nulla che attesti concretamente l’esistenza “provata” di altra massa debitoria. Anche nel caso delle partecipate, per i due funzionari i crediti vantati da Atm, Messinambiente e Ato3 resteranno “teorici” sino a quando non saranno in possesso di tutte le certificazione e nel caso dell'Atm sino a quando non saranno approvati i bilanci e ci sarà quindi il riconoscimento formale, previsto dalla legge, da parte del Coniglio Comunale.
I PROSSIMI PASSI
Accantonate le due relazioni e messe da parte le divisioni, non solo numeriche, adesso commissario, esperti, dirigenti, revisori dei conti e consiglieri comunali dovranno lavorare tutti insieme per fornire alla Corte dei Conti rassicurazioni tali da indurre l’organo di controllo a non dichiarare il dissesto e soprattutto per portare in pareggio il documento di previsione 2012. Il presidente della commissione Giuseppe Melazzo formalizzerà per conto dell’intero organismo consiliare una richiesta ufficiale, indirizzata a Croce e agli uffici, per sapere quali sono concretamente le misure correttive che può mettere in atto il Coniglio comunale.
Già parzialmente annunciate in conferenza stampa le misure che intende adottare Croce: Tarsu e Imu al massimo e tagli alle spese e agli sprechi.
Anche Coglitore e Di Leo forniscono una prima indicazione sulle azioni da intraprendere per chiudere al più presto il bilancio di previsione 2012: «nel campo della spesa si suggerisce di riapprovare i bilanci dell’ATO ME3 e di Messinambiente, nonché di rivedere le previsioni di spesa dell’ATM, riportandole almeno nei limiti delle somme previste nel bilancio di previsione 2011». In altre parole, i due dirigenti sono intenzionati a ridurre o quantomeno a non far lievitare i costi delle partecipate, che per il Comune rappresentano una spesa notevole .
NOTIZIE DA ROMA
Via libera finale, alla Camera, alla ''Conversione in legge del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012''. Si tratta del Fondo di rotazione a cui il Comune di Messina vorrebbe accedere per portare in riva allo Stretto liquidità e fronteggiare la crisi che la attanaglia. Dopo l’approvazione a Montecitorio, il decreto legge passa ora a Palazzo Madama per il voto del Senato.
NOTIZIE DA PALERMO
Il dirigente generale del dipartimento delle Autonomie locali, Luciana Giammanco, ha firmato il decreto di riparto del contributo straordinario di 6 milioni circa ai comuni che versano in particolari condizioni di disagio per l'attuazione di progetti di risanamento o di sviluppo economico e sociale. Sono risorse del Fondo delle autonomie in favore dei Comuni per il 2010, che andranno a cofinanziare i progetti presentati dai Comuni e ritenuti ammissibili da una commissione tecnica. Una parte dei progetti dovra' essere finanziata anche dai Comuni interessati. In particolare, sono 662.771 euro per 40 comuni della provincia di Agrigento, 354.814 euro a 21 comuni della provincia di Caltanissetta; 900.036 euro a 54 comuni della provincia di Catania; 272.828 euro a 17 comuni dell'Ennese; 1.659.444 euro a 101 comuni della provincia di Messina; 1.286.961 euro a 78 comuni della provincia di Palermo; 202.641 euro a 12 comuni d ella provincia di Ragusa; 287:932 euro a 17 comuni del Siracusano e 387.568 a 23 comuni della provincia di Trapani.Il decreto e i relativi allegati saranno pubblicati sul sito internet dell'assessorato. (Danila La Torre)