Una riunione lunghissima, che ha tenuto sveglio Palazzo Zanca ben oltre la mezzanotte. Un confronto durato diverse ore, tantissimi dubbi da dipanare, qualche resistenza, la necessità di procedere a ulteriori approfondimenti. Il primo incontro post delibera per la mobilità tra le partecipate,varata dall’amministrazione Accorinti, è stato tutt’altro che semplice da affrontare. Che quel provvedimento che tanto ha fatto discutere in questi giorni fosse solo il primo passo era già chiarissimo, come era chiaro che le difficoltà sarebbero sorte proprio nel momento in cui l’amministrazione avrebbe chiesto di mettere in atto quanto scritto in quella delibera. A Palazzo Zanca sono stati chiamati a raccolta tutti i protagonisti di questa grande operazione: Ato3, Amam, Feluca, Messinambiente, Atm. Commissari liquidatori, consulenti, presidenti, direttori e funzionari comunali hanno discusso fino a tarda notte con il segretario/direttore generale Antonio Le Donne, con il vicesindaco Guido Signorino e con l’assessore Daniele Ialacqua, artefici di questo provvedimento che sulla carta dovrebbe portare in Atm, Amam e Messinambiente i 53 lavoratori Ato3, i 16 ex Feluca e i 12 ex Agrinova che oggi lavoravano con la cooperativa PianetaVerde.
Questa prima riunione ha però fatto emergere delle difficoltà e delle resistenze che probabilmente l’esecutivo di Palazzo Zanca non aveva messo in conto. Ad esempio ogni società adesso ha fatto presente l’esigenza di mettere a posto alcune situazioni interne, per non penalizzare il personale già in forza alle aziende, ma ci sono anche le difficoltà economiche in cui versano le partecipate messinesi che, è sotto gli occhi di tutti, non godono certo di buona salute e non vogliono rischiare di fare passi azzardati senza avere le necessarie garanzie economiche.
Il quadro è dunque ancora molto confuso. Sulla carta, questa operazione di mobilità tra le partecipate comunali dovrebbe dare definitiva sistemazione agli 81 lavoratori entro la fine di novembre. Ma se, come si suol dire, il buongiorno si vede dal mattino, la strada al momento appare lunga e tutta in salita.
A sorprendere un po’ tutti, soprattutto l’assessore Signorino, le posizioni del Direttore dell’Amam Luigi La Rosa che ha messo in profonda discussione la validità della delibera e la fattibilità tecnica dell'operazione per vari motivi, portando sul tavolo la differenza normativa prevista tra le società controllate e quelle partecipate. Un elemento sottolineato anche dal consulente di Feluca, Enrico Spicuzza, presente all’incontro insieme al liquidatore Domenico Santamaura. Tra l’altro circa due mesi fa era stato proprio Santamaura a chiedere formalmente al Comune di chiarire l’identità di Feluca, di spiegare se si tratta di società partecipata o controllata, alla luce del fatto che le azioni societarie erano così suddivise: 51%, quindi quota maggioritaria, al socio privato rappresentato dalla cooperativa Intermedia (oggi fallita), 29% al Comune e 20% alla Provincia.
Questo punto però non è stato l’unico a creare scompiglio. L’Amam ha infatti consegnato un prospetto con le figure di cui potrebbe avere bisogno, prospetto che ha fatto emergere altri problemi con cui adesso si dovrà necessariamente fare i conti e trovare una soluzione. Innanzitutto i costi: l’Azienda meridionale acque ha fatto presente che assorbire 23 lavoratori significherebbe dover avere una copertura economica extra da 1.630.000 euro annui. Una cifra da capogiro, che cozza tra l’altro con uno dei punti salienti della delibera, cioè il fatto che la mobilità non deve provocare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Il direttore Amam ha poi aggiunto anche la necessità di avviare prima una progressione dei livelli interni.
Esigenza di ulteriori verifiche anche per il Direttore dell’Atm, Giovanni Foti, che ha messo sul piatto alcune precise condizioni prima di poter procedere sulla strada indicata dall’amministrazione. Il numero uno dell’azienda di via La Farina ha chiesto una preliminare verifica tecnica sulla procedura e ha annunciato un bando interno prima di poter aprire le porte dell’Atm ai lavoratori in mobilità. All’azienda trasporti dovrebbe transitare parte dei Feluca per i servizi informatici, il direttore Foti però avvierà prima una ricerca interna per capire se tra il personale in forza all’Atm ci siano le figure idonee a questa tipologia di servizio. Se questa procedura andrà a vuoto si passerà al secondo step, cioè alla verifica delle professionalità di chi dovrebbe eventualmente entrare per occuparsi di quei servizi.
Sono dunque saltati fuori tanti elementi che probabilmente non erano stati ben focalizzati durante le fasi che hanno portato alla delibera, tanto che Messinambiente non è stata neanche toccata dalla discussione. Alla fine dalla riunione è emersa la necessità di proseguire con incontri più “ristretti” che metteranno direttamente faccia a faccia le società tra le quali dovranno avvenire i passaggi, dunque per esempio Feluca-Atm, Ato3-Amam, Feluca-Amam. Tra una settimana si tornerà a discutere con elementi più certi alla mano e, si spera, con qualche perplessità in meno e qualche risposta in più.
Francesca Stornante